giovedì 28 giugno 2007

Rockin' Umbria

Giova ricordare.
Purtroppo non in piazza San Francesco, ma al parco Ranieri, stasera Umbertide ospita la prima serata di Rockin' Umbria 2007. Marlene Kuntz e Jon Spencer.
Domani Perturbazione, e un paio di band di Chicago.
Ci vedremo lì.

mercoledì 27 giugno 2007

La Mutua

Questa va raccontata. Nell'autunno del 2002 presi un aereo per Barcellona insieme al mio caro amico Teddy. Io me ne andavo in Erasmus, lui m'accompagnava. Come i molti di voi che hanno vissuto per un periodo medio-lungo all'estero sanno, in questi casi occorre informare le autorità sanitarie, in modo da poter usufruire di una copertura nel Paese straniero in cui si soggiornerà. Bene. Io, ovviamente, lo feci. Per fortuna non ebbi bisogno di alcuna cura. Poi, ahimé, tornai in patria. Tra alterne vicende mi sono trascinato fino al giorno d'oggi, ammalandomi piuttosto spesso e rivolgendomi ogni tanto al mio medico di condotta. Inoltre poco più di un paio d'anni fa è arrivata doctor Busti, che da quel momento è il mio referente medico esclusivo. Più o meno un anno orsono, intanto, il mio vecchio amico Nasic ha deciso di mollare la poco redditizia carriera forense per farsi assumere dai lanzichenecchi della Deutsche Bank. Il giorno successivo alla sua assunzione lo stesso Nasic ha cominciato a tartassare tutti i suoi conoscenti pregandoli di aprire un conto con la sua banca. Fin qui nulla di male. Né di troppo interessante. Ma il caso ha voluto che pochi mesi dopo l'ingresso di Nasic nel plumbeo mondo bancario io e lui ci siamo ritrovati insieme a Roma. Spaghetto dopo spaghetto, la sua corte è proseguita. Il guaio è che per aprire un conto corrente non basta la buona volontà, e non bastano nemmeno i soldi. Occorre qualcosa che io - chissà perché - non ho mai avuto. Vale a dire la nuova fulgida tessera sanitaria magnetica, che in sé riporta anche il codice fiscale (il quale, va da sè, mi si stritolò in mille pezzi pochi mesi dopo che ne ebbi preso possesso). Quindi ho potuto respingere le avances di Nasic con una certa facilità. Niente tessera, niente conto. Poi, per una serie di vicissitudini che non sto a raccontarvi, ho deciso di aprirlo, questo conto. E di informarmi sulla storia della tessera. Dato che all'agenzia delle entrate di Perugia si guardano bene dal rispondere al telefono, ho demandato alla mia scaltra e efficiente sorella di sondare il terreno in loco. Pochi minuti fa, la cara Nazy mi chiama svelandomi l'arcano. A partire dal settembre 2002 io per il sistema sanitario nazionale italiano non esisto più. Forse avrei dovuto avvertirli del mio ritorno da Barcellona, forse no, fatto sta che per più di quattro anni non ho avuto il diritto di ricevere cure più o meno gratuite dal mio Stato. A questo punto il mistero è come abbia fatto il medico di famiglia a segnarmi le ricette e le richieste di visite specialistiche. Mmma. Comunque domani my wonder sister risolve tutto, e io potrò finalmente diventare un cliente Deutsch Bank, al pari del lungimirante Forfecchia, che aprì il conto in tempi non sospetti, molto prima di convolare a giuste nozze con i Mulini a vento di Brema. Ora pranzo. Potrei ripetere l'esperienza di ieri: insalata di farro per nutrire la mia coscienza, ciambella per sfamare la mia gioia di vivere.

take care

martedì 26 giugno 2007

Umbria e libertà

Fò come Trippa, e cito l'Ansa. Guardate un po' che meraviglia:

(ANSA) - PERUGIA, 26 GIU - Si svolgera' a Montone dal 4 all' 8 luglio l'11/a edizione di ''Umbria film festival''. L'ospite d'onore e' Ken Loach, che sara' presente alla proiezione de 'Il vento che accarezza l'erba' e ricevera' le chiavi della citta' dal sindaco. Tra gli ospiti invece abituali del festival, presente anche questa volta Terry Gilliam, che ha regalato agli organizzatori l'immagine utilizzata per il manifesto ufficiale.

granada addio

ovviamente era ora di tornare a scrivere qualcosa. ma quando sono a perugia non riesco ad aver voglia di mettermi davanti al computer. lo faccio comunque, ma mi limito.
va beh. a roma sono arrivato stamattina e non ieri, visto l'inferno scatenato dai pendolari che vogliono più treni e biglietti meno cari. nicchi, eh? qua c'è un'afa inenarrabile. e infatti non la narro. però forse occorre che sappiate che non riesco a respirare. siete miei amici, d'altronde.
poi eviterò, almeno per il momento, di cose serie. proprio non ce la faccio. sarà il ricordo della puzza immonda che emana da ogni strada romana. sarà il brodo in cui sta macerando il mio cervello. non ce la faccio. saviano, de cataldo, uolter, non ce la faccio. mi limito a comunicarvi una notizia di carattere personale. salta anche per me e boosta la vacanza andalusa. abbiamo fatto i conti routard e web alla mano, a abbiamo capito che non ce la possiamo permettere. io, in particolare, non me la posso permettere. quindi vedremo di ricavare il minor danno possibile dalla ryanair (rimborso o permuta in altri voli per weekend lungo autunnale, magari dall'injejer?) e vireremo su qualcosa di più abbordabile. tipo salento. eh, sì. vamos a ver.
ora a lavorar

mercoledì 20 giugno 2007

Se adesso te ne vai



Comincia con una storia di Camorra nella campagna casertana, anno 1982. Prosegue in Sicilia, e poi ai Parioli, qualche centinaio di metri in linea d'aria da dove sto scrivendo queste poche righe. E' il nuovo romanzo di Giancarlo De Cataldo, gemello siamese di Massimo, quello di "Romanzo criminale". Si chiama "Nelle mani giuste", e se non fossi solo a metà di pagina 40 vi racconterei di più. Però le aspettative sono tante, anche perché pur essendo narrativa si tratta di questioni cruciali della storia recente d'Italia - la stagione delle stragi di mafia e della gettata delle fondamenta della Seconda Repubblica - filtrate dagli occhi e dalla penna di uno che prima di essere uno scrittore è un magistrato, e per l'esattezza giudice di Corte d'Assise. Venerdì prossimo, dopodomani, De Cataldo presenterà il suo libro a Perugia, grazie alla connection Banana Republic-assessorato alla Cultura. L'appuntamento è per le nove di sera sulla piazzetta di fronte a Palazzo Penna. Bel posto, oltretutto. Con lui ci saranno Giuliano Giubilei e Sergio Sottani, pure lui magistrato (è sostituto procuratore alla Procura generale perugina) e scrittore (è autore di "Backstage", scritto a tre mani con l'altro pm Alessandro Cannevale e Massimo Carloni). Immagino che sarà molto interessante. Nel libro oltre alle speculazioni narrative ce ne sono alcune di carattere storico e molti fatti che somigliano parecchio a piccole verità svelate. Accorrete numerosi, insomma.

lunedì 18 giugno 2007

piedi di porco, parole sante

[...]
IL mandriano socchiuse gli occhi con aria professionale. E' un maiale dimontagna che viene dal nord della regione. Ne avete mai visto uno?
No.
Ha il piede come quello di un mulo.
Volete dire che non ha lo zoccolo fesso?
Niente fessura, già.
Io non l'ho mai visto, un maiale del genere, disse Holme.
La cosa non mi sorprende, commentò il mandriano. Ma potete vederne uno adesso, se vi interessa.
Mi piacerebbe, disse Holme.
Il mandriano cambiò di nuovo appoggio all'asta. Sembrerebbe che questo non sia d'accordo con la bibbia, che ne dite?
Di che cosa?
Di quei maiali. Del fatto che sono animali impuri proprio perché hanno il piede fesso.
Questa non l'ho mai sentita, disse Holme.
Io l'ho sentito predicare in un sermone, tempo fa. Da un tizio che la sapeva lunga sull'argomento. Disse che il diavolo aveva il piede come quello di un maiale. Sosteneva che questo era scritto nella bibbia, perciò immagino che sia vero.
Eh sì.
Diceva che per questo un ebreo non mangerebbe mai carne di porco.
Cos'è un ebreo?
Sono quel popolo antico di cui parla la bibbia. Ma questo non spiega la faccenda dei maiali piede di mulo, no? Cosa dobbiamo pensare?
Non lo so, rispose Holme. Cosa dobbiamo pensare?
Be', è un maiale o no? Stando alla bibbia.
Io direi che un maiale sarebbe un maiale anche se i piedi non li avesse proprio.
Sarei anch'io di quest'idea, disse il mandriano, perché se mai avesse i piedi ti aspetteresti che fossero piedi di maiale. E' come dire che se tu avessi un maiale senza testa sapresti comunque che è un maiale. Ma se ne vedessi uno andarsene in giro con una testa di mulo, rimarresti proprio senza parole.
E' vero, assentì Holme.
Sissignore. E' una cosa che fa pensare parecchio, a proposito della bibbia, e anche a proposito dei maiali, no?
Già, disse Holme.
Ho studiato parecchio la faccenda, ma non mi riesce di arrivare a una conclusione né in un senso né in un altro.
No.

Cormac McCarthy, "Outer dark" ("Il buio fuori")

sabato 16 giugno 2007

Vox populi o vox dei?

"Dunque: nè Dio, nè sentimenti popolari nella giurisprudenza, ma cultura. Diritto e cultura".
Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale

venerdì 15 giugno 2007

ammazza che ccardo

col caldo parlare di politica da fastidio. siamo in attesa di qualche fatto cruento, di quelli in cui la cronaca si fonde con la ragion di stato e con le colpe di stato. tipo genova. luglio 2001, ricordate? sei anni. adesso i poliziotti ammettono di aver fatto macelleria. "messicana". ma perché messicana? va beh. vedremo come va a finire. noi lo dicevamo che il re era nudo, già da prima. quindi, per il momento, fino a che nessuno paga, non cambia niente.
col caldo parlare di musica viene bene. ma non si può parlare solo di musica.
col caldo, sostanzialmente, viene sete.
(ma non si vede che da mesi, ormai, nel blog non scrivo più di notte?)

giovedì 14 giugno 2007

I don't want Clara to

Questo blog non ingrana. Potrei minacciarne immantinente la chiusura. Lo faccio? Lo faccio, eh.
Ieri presentato Rockin Umbria. Programma forte sul versante italiano, deboluccio sull'internazionale. Perturbazione, Marlene Kuntz e Verdena vanno bene. Meno coraggio di un anno fa, forse, quando pure i Non voglio che Clara (solo ora capisco che il nome significa: "Voglio solo Clara" e non "Non voglio che Clara faccia/dica/parli/ect...") annoiarono alcuni miei buoni amici. Sul lato estero, nessun grande nome. Non considererei tale John Spencer, che confesso di conoscere pochissimo. Però sono curioso di sentire le due band (o singers, non so) di Chicago. Che da qualche tempo ho eletto a mia città americana preferita, per aver dato i natali e molti fondali a Saul Bellow e Wilco. Ad Athens ci sono i Rem ma non arriverei a tanto (voglio dire, Athens!). Quindi ci toccherà proprio andare a Umbertide, almeno una sera o due.
E se mi comprassi un paio di scarpe, a distanza di quasi due anni dall'ultima volta in cui ho compiuto un atto del genere? Mia madre sarebbe contenta. Vedremo.
E se stasera andassi a mangiare ai Castelli con Nasic? Certo, Bozzi non potrebbe venire, visto che abita dalla parte opposta del mondo (non di Roma, Roma è lontana da dove abita lui).
E se stanotte avessi sognato Berlusconi dal vivo, e di dargli una pacca sulle spalle passandogli vicino, disprezzandolo?
Se non collezione almeno 5 commenti a questo post chiudo il blog.
V'ho avisato.

mercoledì 13 giugno 2007

Un (altro) americano a Roma


Villa Borghese all'ora di pranzo è piena di impiegati in pausa. Molti si portano il panierino da casa. Le vaschette di Philadelphia vuote accatastate vicino agli incarti dello yogurt stonano un po' con le loro cravatte scure e le loro camicie celesti. Alcuni se ti si siedono a fianco ti salutano, altri no. Nel complesso capisco di guardarli con compassione. Ma anche con una certa simpatia, lo giuro. Mentre non riesco a non odiarli quando si affastellano davanti ai banconi trasparenti zeppi di cotolette fredde e insalate di farro dei bar.

Poi.


Ieri sera sono stato alla Basilica di Massenzio, per il Festival delle Letterature. Prima volta quest'anno, prima volta in vita mia. Luogo meraviglioso, a un passo dal Colosseo. Ospiti della serata erano Roberto Calasso ed E.L.Doctorow, che lessi qualche anno fu su imbeccata del talent scout letterario Forfecchia, il quale aveva scovato qualche lusinghiero riferimento di Bellow in una quarta di copertina o in un'introduzione. Un riferimento ulteriore rispetto all'identità delle lettere finali dei due cognomi, mi pare di ricordare. Insomma lessi Doctorow, e nemmeno mi piacque un granchè. Però è stato impossibile non rimanergli affezionato. Così, ieri, sono andato, portandomi dietro Nasic. Maddalena Crippa leggeva un brano estratto dall'ultimo romanzo dello scrittore americano, "La marcia", alternandosi con le note di un piano ben suonato. Poi è arrivato lui, un po' zoppicante nei passi e nella voce. Un uomo bello, pelato con la barba brizzolata ma quasi bianca. Ha letto un altro suo testo, mentre la traduzione scorreva illegibile sul maxischermo dietro di lui. Diceva che uno scrittore da alla realtà valori che normalmente non le si conferiscono. Scrivendola la legge. Fa una magia. Nasic seguiva. Poi ci siamo sparati un gelato in via Cavour, e la notte ha preso il largo.

State bene

martedì 12 giugno 2007

so you want to be a rock and rolls tar

la giulia dice che era meglio l'altro, e sinceramente anch'io fatico ad abituarmi a tutti questi nuovi aggeggi che ho a disposizione. la veste minimalista di diablogando ormai mi calzava a pennello. comunque. comunque sabato scorso ho fatto il giurato a questo concorso musicale, al rockcastle. quattro band in gara per le due categorie: under 20 e 20/30 (anni, ovvio). si trattava della quarta e ultima serata eliminatoria prima della finalissima di sabato prossimo, che si svolgerà al frontone. tre band concorrevano per la categoria senior, una per la junior. ebbene, delle prime tre solo una aveva un accennato senso di esistere. proponendo qualcosa del tipo beastie boys de noantri. i ragazzini, invece, erano bravi. canzoni per niente scontate, buona tecnica, voce piena. un post-rock un po' grunge e un po' progressivo. si chiamano benders, immagino che ne sentiremo parlare in futuro. ma quello che volevo sottolineare, ora, è un dato comune a tutti e quattro i gruppi. pare che a nessun ragazzino che faccia parte di una rock band, oggi, venga in mente di scrivere, suonare e cantare canzoni in italiano. tre su quattro, sabato, avevano un repertorio interamente anglofono, gli altri non hanno resistito a ficcare stralci in inglese qua e là nel testo di una dei loro pezzi. io non approvo. che ragione c'è, dico io, di scrivere canzoni in inglese? più facile da masticare in un brano rock, sono d'accordo. ma è così inevitabile fare per forza le cose più facili, su questa tera? voi che ne dite?
take care

lunedì 11 giugno 2007

Telenovela piemontese

chi sarà mai quest'uomo

sabato 9 giugno 2007

Second Life

Si ricomincia. Con Celia Cruz e gli amici suoi che mi cantano Guantanamera nelle orecchie. Guantanamera. Che non significa "acchiappa 'na mela (al volo)". Ma "donna di Guantanamo". Pensa tu.
Accorrete numerosi. Per ora, tutto qua.