lunedì 30 luglio 2007

Feudi

Il Partito, a Perugia, sforna una classe dirigente imbarazzante.
E noi, noi-l'intellighenzia? Noi, dio mio.
Roma, di contro, è più nevrotica e, per forza, meno accartocciata. Funziona per feudi intellettualculturali che raramente si aprono alle distese circostanti. Da qui a capirla, per quel che mi riguarda, ovviamente ce ne corre. So solo che fa caldo, e che non rimane altro che aspettare che il caldo passi, e che le meningi si raffreddino.
Intanto, guardiamoci 'sta roba qua:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Le-voci-della-strage/1700988&ref=hpstr1


tAkE cArE

venerdì 27 luglio 2007

o fado

E' un blog che manca quasi totalmente di empatia, questo. Sarà l'autore, troppo autoreferenziale, ma mi sembra null'altro che un piccolo ecosistema monadico di poco conto.
In ogni caso, come spesso accade di venerdì, lancio qualche spunto per il fin de semana (e non "qualche offesa al cantinero", come cantavano gli 883 ad avviso del biondo amico iacopaaa una quindicina d'anni fa). festival del fado in centro, stasera e domani. arvolt'lo alla festa dell'unità di ponte valleceppi, sempre e comunque. varie ed eventuali. personalmente, stasera dubito di voler programmare alcunché. eventualmente mi sentirete o vedrete comparire all'improvviso, immagino. domani, invece, programmeremo, sì.

e pillole:

caso unipol: che la giunta conceda l'autorizzazione;

caso chivu: peccato, il presuntuoso nano romeno valeva al massimo un ottavo di quanto è stato pagato;

casomai: ciao

lunedì 23 luglio 2007

figlio di dio

la vita è strana, e non c'è certo bisogno che ve lo ricordi io. però non smettono mai di arrivare conferme. molti di voi ricorderanno la storia del figlio di dio. forse ne ho parlato anche nel mio vecchio blog. io che vado a trovare l'imam della moschea di ponte felcino per scrivere qualcosa sul giornale dell'umbria, lui che mi spiega, mi racconta, e mi dice che ne pensa dei cristiani, pii illusi di esser devoti a un uomo eccezionalmente coinciso col figlio di dio in terra. "il figlio di dio, dai", mi diceva il simpatico tarullotto marocchino a piedi scalzi con cui mi ritrovavo a parlare in quel locale al piano terra del palazzo della usl, non lontano da casa di mr balcano. la storia girò tra i miei amici e i miei parenti, tanto era esilarante. come s'è già capito, quell'imam è lo stesso che è finito in manette sabato scorso, con l'accusa di aver costituito al ponte de trippa e de take onion nientemeno che una cellula terroristica. nel merito non entro. le indagini sono state lunghe e complesse, credo, per cui non potrei che essere riduttivo (come non ha mancato di essere la maggior parte dei media italiani, nazionali e locali). dico solo che la mia singolare esperienza di qualche anno fa mi ha consentito di scrivere un articolo che è stato pubblicato nientepopodimeno sull'unità, con tanto di richiamo in prima pagina. giusto in tempo prima della nascita del pd. che debba prenderlo come un segno del da me tanto vituperato destino? certo che no. e oggi si ricomincia a roma, bollente, ardente e stralunata com'è di questi tempi.

venerdì 20 luglio 2007

radio clandestina

brevemente. per questo fine settimana ho due obiettivi di fondo. il primo è incarnato dal triangolo della faccia di ascanio celestini, che come ormai sappiamo tutti benissimo domani sarà di scena a todi, in piazza, per il todi festival. il prezzo del biglietto credo oscilli tra i 10 e i 15 euro. a meno che tra noi non ci sia qualche under 25. qualcuno, o meglio qualcuna, in effetti, potrebbe taroccare tranquillamente (penso alla giulia, o alla claudia, per esempio). in ogni caso, se volete potete dare un'occhiata al sito. eccolo qua.
l'altro obiettivo, di gran lunga più importante, è un arvoltolo, rigorosamente salato, alla festa dell'unità del ponte mio. fra stasera e domenica gli toccherà. fra l'altro ci sono in circolazione cuginandia e andrea, che reclamano la nostra compagnia.
ieri sera, infine, serata a frascati con focaia a fare gli onori di casa, nasic e trippa. il nostro caro amico giornalista balcano ha fatto uno show dei suoi. protagonista, ovviamente, il cibo. a viva voce i dettagli. sconcertante, invece, la reazione dell'injejer di fronte al conto che il camerier aveva affidato nelle sue mani. apre la ricevuta, ruota la lingua contro la guancia, e assume un'espressione soddisfatta dicendo "ah, va beh, poco". avevamo mangiato due iperantipasti in quattro, una gricia ciascuno e tracannato due bottiglie di vino. "quanto?", chiediamo allora in coro. "cento", dice lui. venticinque a testa. poco, a suo parere. ecco cosa vuol dire assumere uno status da injejer teutonico.

giovedì 19 luglio 2007

Poi arrivò il mattino

caterina bueno era una musicista, e prima ancora una filologa musicale. cantava la tradizione popolare toscana, tra gli addetti ai lavori godeva di grande stima. aveva poco più di sessant'anni, ed è morta l'altroieri o giù di lì. io non l'ho mai sentita cantare, nè suonare. non l'avevo mai vista neanche in foto, fino a qualche minuto fa. eppure la conoscevo benissimo. leggere della sua morte, nell'ultima riga dell'articolo di mura sul tour, sulla repubblica di ieri, m'ha sconquassato un po'. un senso di lancinante, metallica tristezza. e certo che in fin dei conti non c'entrava niente, la sua morte, col mio dolore. non c'entrava come non possono aver nulla a che fare tra loro due cose di una sostanza tanto differente. quando muore una persona, cosa può entrarci una canzone? eppure è così, ascoltare quella canzone, ora, non sarà più la stessa cosa.

devi rischiare la notte, il vino e la malinconia,
la solitudine e le valigie di un amore che vola via

mercoledì 18 luglio 2007

il papa mazzola...

dunque ascanio celestini sarà a todi sabato prossimo. rimane un'idea, no? trippa, che quello stesso giorno compirà 29 anni vissuti all'insegna del cibo, ha infine deciso di snobbare l'ipotesi di festeggiare domenica insieme a noi con una gita alle pozze di cantiano o al mare. giustamente, si dedica a sternardi, e abbandona perugia e i perugini per il weekend. altra cosa che volevo dirvi. giovedì prossimo, non domani ma il 26, alla festa dell'unità del ponte mio ci sarà andrea rivera. evento, direi. voi che potrete (io mangerò pasta al pomodoro e tocchi di formaggio a roma), gitece.
poi succede poco. la malasanità, che poi non è altro che un'espressione della malapubblicamministrazione, non si manifesta in forme che ci stupiscano più di tanto. ovviamente fa un po' impressione vedere il nome di perugia campeggiare per ore in cima alla home di repubblica.it, ma a parte questo aspettiamo ulteriori elementi per valutare.
e se vorrete mai mangiare al testaccio evitate agustarello. non è un granché.
bene.
ciao

lunedì 16 luglio 2007

fiastra

arrivi in questo posto che sono quasi le dieci di sera. l'orizzonte, sopra le gobbe scure dei monti, è tutto un rincorrersi di sfumature che vanno dal rosa al blu. a far notte completamente ci mette poco, qualche decina di minuti. gli altri, quelli che sono qui già da metà pomeriggio, hanno sistemato le tende, imbandito la tavola, preparato il barbecue. c'è un po' di venticello, meno di quanto non fosse fino a poco prima, ti assicurano. comincia così. continua con salsicce e puntarelle alla brace mangiate con le mani e vino rosso trangugiato al buio. con caffè bevuti in due sorsi, limoncelli e montenegro, con qualcuno che fuma, qualcuno che no. poi occorre pensare alla tenda, alla tua tenda, quella che al momento se ne sta stipata in una specie di sacca da tennis. e allora tu ti limiti a capire da che verso cominciare, dopo un rompicapo sulle istruzioni durato mezz'ora, lasciando agli altri il lavoro pratico, che tanto mica ti riuscirebbe bene. quando la tenda è finalmente in piedi, enorme, come una basilica laica di tela, è quasi mezzanotte, e fa un freddo non più sostenibile. tutti dentro, allora, nell'anticamera della nuova tenda, a continuare a bere, e fumare, e a parlare di egizi, anima e cazzate. vai a letto che sono quasi le tre, e si gela, letteralmente. ti infili sotto il sacco a pelo che ti fa da coperta, con addosso t-shirt, maglietta, felpetta e calzini. non puoi credere che il tuo naso sia davvero così freddo, a metà luglio, a queste latitudini. intorno a te dei perugini involuti suonano i bonghi e urlano e non danno l'impressione di voler smettere prima dell'alba. in realtà si fermano piuttosto presto. allora tu, incredibile, riesci ad addormentarti. stai scomodo, hai freddo, c'è luce e rumore, ma tu dormi. il fatto surreale è che un secondo dopo, apparentemente, ti svegli boccheggiando, e sei costretto a toglierti di dosso tutti i vestiti che puoi. rimani in maglietta e mutande, e fatichi a respirare. accendi il cellulare, e sono solo le 7.40. pensi che preferiresti morire. però, contro ogni logica, ti ristendi con la testa dove prima c'erano i piedi, e dormi altra mezz'ora. poi ti svegli di nuovo, stavolta, lo capisci subito, per non riaddormentarti più. infili i pantaloni corti, controlli che la tua compagna di sonno non sia soffocata ed esci. lo scenario è notevole. tiri fuori una sedia di plastica dall'anticamera della tenda e la metti fuori, sul prato, all'ombra. decidi di contemplare un po'. i monti, il cielo, lo spicchio di lago che intravedi. il bambino di mezzo metro che poco più in là cade di lato con la testa dentro al secchiello. arriva un cane gigante, nero, a pelo corto. ti annusa e quasi non ti spaventa. ti chiedi quale sia stato l'attimo esatto in cui la temperatura sia passata da cinque a trentacinque gradi. la cosa ti sconvolge e ti affascina. stavolta, per lo meno, il barrista non c'eva la bamba. e nonostante tutto, riesci a non sentirti male. esperienze del genere, quelle che cozzano con ogni parvenza di ragionevolezza, ogni tanto vanno fatte. se non altro per poterle raccontare. ma ora, testaccio. in attesa di sentirmi dire da nasic che una di queste sera ci porterà a mangiare ali castelli, dal buon vecchio injejer.

giovedì 12 luglio 2007

la musica è dei poveri

la musica è dei poveri? secondo i mercanti di liquore, troppo dimenticata band folk-rock lumbard, sì. secondo me, ovviamente, dipende. giusto stamattina, guardando passarmi davanti una giovane madre rom col suo bambino di un anno in braccio, pensavo che i figli dei poveri si somigliano tutti. ma non perchè sono sporchi, o magri, o per i cenci che portano addosso. è quell'espressione da adulto che ha già capito di essere stato inculato dalla vita, per quelle smorfie che non hanno nulla di infantile, per quella loro bruttezza che ti mette a disagio. cuccioli zingari, cuccioli boliviani, cuccioli cinesi. forse no, la musica non sempre è dei poveri. approfitto per salutare go, a cui non posso inviare sms per questioni indipendenti dalla mia volontà.
domani a perugia.
poi chissà.

martedì 10 luglio 2007

As time goes by

Il tempo passa. Il passatempo resta. Un po' trascurato, a ben vedere. Per forza.
Io, per dire, leggo Jules e Jim.
Ascolto Artemoltobuffa.
Mangio essenzialmente pasta col pomodoro e formaggio.
Incontro Trippa.
Ormai più di rado Nasic.
Medito sul mio futuro. Il lavoro, sì.
A Roma si respira. E' una notizia.
Dalla finestra, alla mia sinistra, la strada borbotta. Oltre, le fauci di due cassonetti indifferenziati nuovi di zecca. Materiali non riciclabili e scarti alimentari. Presto ci finiranno le due banane che ho dimenticato nel frigorifero dell'ufficio dieci giorni fa.
Resta il passatempo. Il tempo passerà.

giovedì 5 luglio 2007

R.E.M. Dublin 30th June 07 Until the Day Is Done

Stasera l'ultimo dei cinque concerti di Dublino. Prove pubbliche per le canzoni del nuovo album. Io ho voluto ascoltare solo questa. Sennò che gusto c'è ad aspettare? Comunque, è bella. Just enjoy it

mercoledì 4 luglio 2007

lombrosianamente

per sabato prossimo ho la mezza idea di andare alla darsena ad ascoltare questi qua http://www.myspace.com/duolombroso
certo, c'è umbria jazz. e c'è pure il festival di spoleto. potrei lavorare, innanzitutto. o potrei addirittura preferire di rimanere dalle nostre parti. il meuri mi insulterà, "ma come se fa a volè gì a rinchiudese in quel buco sul lago quando c'è umbria jazz? me sa che dozzini è fuso". la chiara forse si opporrà. focaia magari sorriderà piegando di lato la sua capoccia scintillante e stringerà la sua boccuccia in un sorriso ammiccante che significa "andamo a prendece un mojito?". chissà. in fondo se questo vento non smette di soffiare è probabile che la riva di castiglione del lago venga sommersa da un'onda anomale entro le prossime sette ore. in tal caso temo che il problema non si porrebbe.
sempre sabato, ma nel pomeriggio, a spoleto c'è il processo a orwell. sapete, i grandi processi, quegli spettacoli in cui giuristi di fama conclamata giocano a fare le parti in un giudizio virtuale avente come imputato un grande personaggio della storia. uno fa il pm, uno l'avvocato difensore, uno il giudice. poi c'è il pubblico che con le sue palline da ping pong colorate (tipo forum, sì) può esprimere il proprio parere, salvando o condannando il tizio in questione. ebbene, stavolta c'è orwell. se ci riesco mi ci faccio mandare dal corriere. altrimenti c'è caso che ci vada pure per mio conto. vedremo.
oggi, e qui chiudo, sono stato a urbino per chiudere definitivamente il capitolo master. dovevo consegnare e discutere una farsesca tesina di dieci cartelle sull'esperienza del mio stage in vivalibri. in realtà si trattava dell'occasione per rivedere quasi tutti i miei vecchi compagni di corso. più de 'n'emozione, direbbe go. ovviamente c'era un tempo balordissimo, come a urbino non può fare a meno di succedere. ma la crescia mangiata al ragno d'oro (eh, pampa?) non era affatto male.
bene.
vado.
take care

lunedì 2 luglio 2007

il ragazzo

il ragazzo è lento, si sa. era lento da piccolo, quando sperava che dipendesse dai tanti chili di ciccia in eccesso che portava in giro per ponte valleceppi e dintorni. è rimasto lento, con grande disappunto, anche quando quella ciccia l'ha persa, poco più di mezza vita fa. giunto alla soglia dei trent'anni ha diradato notevolmente le proprie apparizioni sui campi di calcetto, e pure quelle sui campi di calciotto, e pure quelle - mai state frequenti - sulla lingua di terra del percorso verde del suddetto ponte. quindi, giocando poco, gioca sempre peggio. e soprattuto è sempre più lento. il ragazzo ne prende atto con dolore. immagina le scene della sua ultima partita e si vede inchiodato, macchinoso, degradato. si sforza e riesce a conservare negli occhi solo il colpo di classe con cui ha colto una traversa molto vicina al palo agli albori dell'incontro, e l'epica scivolata con cui è riuscito a impedire al suo vecchio vicecapitano di pareggiare i conti quando mancavano pochi istanti alla fine. per il resto, nonostante gli acciacchi del giorno dopo, guarda oltre. fuori dalla finestra un cielo stitico di pioggia, e una roma scocciata dal lunedì che le lascia alle spalle il lungo weekend dei santi pietro e paolo. nel frattempo, sorprendentemente, è luglio. qualcosa di nuovo, presto, dovrà per forza accadere.