martedì 27 novembre 2007

cumpleaños

oggi, un anno fa, iniziavano vivalibri, roma e tutto il resto.
a queste pagine, credo, devo essere grato.
statemi bene.

venerdì 23 novembre 2007

fiumani di parole

accennavo a qualcosa per sabato.
ecco, telegraficamente: federico fiumani.

chi è costui?

chiedetelo a francesco bernardini.

e chi è quest'altro costui?

le cose si complicano.

allora date un'occhiata al sito http://www.diaframma.org/
risolverete almeno una delle due questioni. francamente la più importante

riassumendo in breve, i diaframma sono una band fiorentina che negli anni 80 andava per la maggiore nel misero panorama del rock italiano. fiumani ne è il leader incontrastato. su di lui si è sviluppato una sorta di piccolo culto. che coltiva continuando a suonare, e, da un po' di tempo, scrivendo. per questo domani sarà a perugia. prima, verso le cinque del pomeriggio, a presentare la sua autobiografia "brindando con i demoni" alla libreria la porta, a porta pesa. poi, verso le undici, a suonare, al loop.

vedete quel che potete fare. io, immagino, ci sarò in entrambe le occasioni. almeno per un po'.

e poi stasera, sempre al loop, tale the niro. romano de roma che canta in inglese, e per questo dà fastidio. ma prinz dice che è un fenomeno, e in giro se ne parla molto bene. io ho ascoltato al volo qualcosa, non sembra affatto male. probabile che meriti un salto. io, in ogni caso, sarò in centro. sentiamoci.

take care.

mercoledì 21 novembre 2007

metti in sesto il palinsesto

rai e mediaset, ai tempi del governo berlusconi, non si facevano la guerra. ma funzionavano come un'unica enorme catena televisiva. la programmazione era concordata, le moine nei confronti del premier e dei suoi compari pure. oggi l'ha scritto repubblica. ci sono dei fatti, dietro la notizia, e chiunque di voi può leggere ampliamente nel sito del giornale. voglio dire, voi lo sapevate? io qualche sospetto ce l'avevo.

va beh.

mentre la matassa thrilling continua ad aggrovigliarsi sempre di più, con africani che vanno e africani che vengono, io mi godo gli ultimi due giorni di romanità prima del ritorno al paesello, da dove manco ormai da una ventina di giorni. ho già un paio di cose da proporvi per sabato, sarò più preciso tra domani e venerdì. si tratta di fiumani, comunque. qualcuno già capirà.

ora a lavorar, che è ora.

venerdì 16 novembre 2007

gira la palla



ricordate l'orsacchiotto bianco rimasto orfano lo scorso anno allo zoo di berlino? knut. eccolo qua. è meraviglioso.

oggi intervista a vecchioni su europa. mia.

questa settimana niente perugia. tra un paio d'ore arriva chiara, che rimane fino a mercoledì per un congresso.

domani spero di andare al circolo degli artisti a vedere il concerto degli okkervil river. vi farò sapere.

qualcuno di voi prende l'abc sul satellite?

statemi bene.

mercoledì 14 novembre 2007

l'articolo (è vero, avevo detto che non se ne sarebbe parlato più)

Giovanni Dozzini
Pare che Perugia sia diventata Sodoma. Noi non ce n’eravamo accorti. Fortunatamente, prima che sulla città scendesse una purificatrice pioggia di fuoco a qualcuno è venuta la salvifica idea di trucidare un’inglesina di ventuno anni dopo aver con ogni probabilità abusato di lei. Meno male. Perché così i media nazionali per qualche giorno hanno rubato un po’ di spazio a gossip e chiacchiericci parlamentari e sono calati in massa nel cuore della profonda provincia, a togliere dai nostri occhi il velo che ci impediva di vedere quello che stava succedendo nelle nostre strade. E così, prima che il bubbone scoppi, avremo modo di inciderlo. Prima che sia troppo tardi, potremo provare a rimettere tutto a posto.
Già. Così vanno le cose, nel nostro Paese. Un crimine efferato è per forza sintomo di qualcosa di più grande, molto più grande. Basta leggere o ascoltare i pezzi di qualcuno degli inviati delle illustri testate giornalistiche che da qualche giorno a questa parte non possono esimersi dall’occuparsi di Perugia e del luogo di perdizione in cui s’è trasformata. Quelle descritte sono delle vere e proprie scene bibliche: orde di studenti fuori sede, italiani o stranieri che siano, che passano le giornate a dormire e le notti a bere o a drogarsi, tra festini all’insegna della trasgressione estrema e una strisciante e sottile violenza sottopelle; spacciatori che zampettano da un portone all’altro delle viuzze del centro, impuniti, minacciosi e oltraggiosi del pubblico decoro; malintenzionati pronti ad aggredire i passanti nascosti dietro ogni angolo, con tanto di mappe delle zone rosse della città, quelle da evitare a ogni costo, specie nel caso voi siate donne e vi troviate a dover passeggiare da sole nel bel mezzo della notte.
Chi non conosce Perugia, o la conosce poco, può credere che sia veramente così. E questo è il primo torto, non da poco, compiuto da questi giornalisti. Il secondo torto sta nella presunzione di poter dipingere il ritratto di una città basandosi su pochi e superficiali elementi. Il terzo torto, e per certi versi il più grave, consiste nell’aver travisato del tutto il proprio ruolo. Un giornalista, si diceva una volta, deve riportare i fatti, non esprimere giudizi di valore. Quelli vanno lasciati ai magistrati o ai preti. Invece sembra che questi reporter di strada si divertano a colorare di rosso e di nero i contorni di Perugia e di chi a Perugia vive, non avendo né il diritto né il dovere di farlo. Senza contare la scelta delle fonti, del tutto arbitraria, e il loro grado di autorevolezza, più che discutibile.
Intendiamoci, il fatto che si tratti di Perugia è del tutto accidentale. Questo è solo un caso, ma un caso particolarmente eloquente, che indica a chiare lettere qual è l’andazzo preso dall’informazione in Italia. Un andazzo molto preoccupante. Secondo il quale ogni opinione, ovviamente la più comoda a chi scrive, assurge a paradigma e i fatti diventano, tutti, opinabili. Ma la verità, tornando al caso specifico, al primo dei tre torti elencati poco fa, è che i ragazzi di fuori che studiano a Perugia sono una ricchezza enorme per la città. Dal punto di vista culturale e da quello economico. Quasi tutti amano divertirsi, è vero, molti di loro la sera vanno a ballare o alle feste, e alcuni ogni tanto alzano pure un po’ il gomito. Sarà che hanno vent’anni. Come hanno vent’anni quelli che scelgono di andare a fare l’università da un’altra parte, in Italia, in Europa, in tutto il mondo. A Roma o a Barcellona, a Strasburgo o a Nottingham, specie grazie al progetto Erasmus le nuove generazioni hanno imparato un nuovo concetto di integrazione. Parlano le lingue, comunicano quotidianamente con gente che si trova a migliaia di chilometri di distanza, conoscono sempre meglio culture diverse dalla propria. In quelle città i ragazzi hanno gli stessi modi di divertirsi. Piazza IV Novembre non è così diversa da San Lorenzo o dal Barrio Gotico, fidatevi. Sotto tutti i punti di vista. Anche lì c’è gente che spaccia, gente che ammazza e gente che viene ammazzata. È così quasi dappertutto, purtroppo.
Gli studenti di Perugia rappresentano, nel bene e nel male, una fetta di futuro della società italiana e non solo di quella italiana. A chi li liquida come un esercito di sodomiti dedito esclusivamente alla dissoluzione farebbe bene approfondire un po’ di più. La generalizzazione, l’approssimazione, la superficialità fanno male al giornalismo. Fanno male alla realtà delle cose. In questo caso stanno facendo malissimo a Perugia.
Corriere dell'Umbria
domenica 11 novembre 2007

martedì 13 novembre 2007

sono locchi

volete ridere? bene.
domenica scorsa, l'altroieri, sul corriere dell'umbria è uscito un mio commento sulla campagna infamatoria dei media nazionali contro perugia. un commento vero e proprio, che partiva dalla prima pagina. roba scritta con foga e voglia di fare giustizia, forse non esattamente il miglior pezzo che avrei potuto scrivere, in ogni caso equilibrato, lucido. un po' retorico, quanto necessario. insomma, pubblicano il pezzo e durante il giorno m'arrivano un paio di messaggi di complimenti da questo o quell'altro. grazie per aver difeso perugia, dicevano. a un certo punto, ero di ritorno dalla mia gita nella splendida padova con boosta, squilla il telefono. numero sconosciuto. rispondo nel momento in cui inizia il tratto del verghereto. "pronto, parlo con giovanni dozzini?" "sì" "sono locchi" "ah" "sono renato locchi, sindaco di perugia". e poi via a parlare per cinque minuti del mio articolo, a ringraziarmi e complimentarsi, a dire che gli avevo aperto gli occhi e fatto capire che le istituzioni dovevano prendere posizione pubblicamente contro questa gogna mediatica. che questa posizione l'avrebbe presa l'indomani, in una conferenza stampa in cui avrebbe insistito su alcuni dei punti che avevo trattato io nell'articolo. beh, la storia è bula. dal vivo potrò raccontarvi anche qualche retroscena ulteriore sulla telefonata. ma intanto se il pezzo è servito a far smuovere il comune già ha fatto qualcosa di quel che si era prefisso. invece ieri, da vespa, altra puntata ignobile della telenovela "vieni a sballarti a perugia". con un manipolo di ventenni meridionali in cardigan, minigonna o giacca e cravatta che confermavano quanto sconveniente sia quel che sta succedendo a perugia di questi tempi. e lui, vespa, a incalzarli: "ma avete mai visto qualcuno che dopo essersi fatto uno spinello è diventato particolarmente violento? eh? eh?". come se poi le loro testimonianze avessero valore scientifico. quell'uomo è un impostore dell'informazione. fortuna la giannini, rettore della stranieri, donna molto in gamba, ragionevole e preparata. domani, tra l'altro, da qualche parte alla stranieri ci sarà beppe severgnini, che sul corriere della sera di domenica (in contemporanea con me, sì) ha scritto un gran bel commento in difesa di perugia. vi consiglio di procurarvelo. infine, sempre ieri sera, pure matrix si rioccupava di noi. e, sorprendiamoci pure, c'era de megni che ha detto cose molto sensate, più o meno quelle che avrei detto io se fossi stato al posto suo. lo rivalutiamo?
va bè, credo che la storia per il momento possa considerarsi chiusa. almeno su questo blog.
take care

giovedì 8 novembre 2007

la gogna

guardate cosa scrivono di perugia sul corriere della sera. e quest'assuntina morresi non è altro che una fascio-cattolica ben nota per il suo perbenismo da beghina. vergogna.
il corriere della sera, mamma mia.
http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_08/perugia_ibiza.shtml

libri

comincia umbrialibri.
quest'anno non c'è un granché. almeno ci saranno meno forfeit.
comunque date un'occhiata voi stessi, che non fa mai male: www.umbrialibri.com
domattina, per chiunque abbia la voglia e la possibilità di prendersi due ore di libertà, presentano un libro pubblicato da bd, editore che orbita nella galassia vivalibri. tale craig davidson, americano, fighter. ci sarà l'autore, trentunenne nato a calgary e finito a vivere nell'iowa. ne parlano bene palahniuk ed easton ellis. alla sala cannoniera della rocca paolina, ore 10.30. vedete un po'.
e poi?
io torno domani sera.
e sabato sarò già a padova. come domenica.
niente weekend perugino, insomma.
e neanche il prossimo, che mi fermo a roma.
perciò, o ci vediamo domani sera o molto, molto in là.
nei prossimi giorni sono previste uscite discografiche e concerti romani. vi terrò aggiornati.

il secondo gol segnato ieri da ibrahimovic è un'installazione post-moderna. inenarrabile. non lo narrerò oltre

martedì 6 novembre 2007

perugia connection

insomma, era vero.
sono stati due extracomunitari ad ammazzare l'inglesina.
loro, e un meridionale.
i perugini sono integerrimi.
tutta colpa degli altri.
in questa città non si può più uscire la sera.
non si può più vivere in pace.
in questa città, cova il male.
un male alieno, ovviamente.

e meredith, col suo nome da commediucola horror-trash americana?
che dio la benedica, poveretta.

venerdì 2 novembre 2007

un gioco gioco

facciamo un gioco.
io vi racconto tre aneddoti che riguardano altrettante persone.
voi indovinate chi sono.
un aneddoto, poi, è falso ma verosimile. indovinate anche questo.

A ogni tanto mi invia dei messaggi sul telefonino. Qualche giorno fa m'è venuto uno strano sospetto e ho deciso di controllare. Ebbene, in tutti gli ultimi quattro sms mandatimi, A raccontava di essere ubriaco o in procinto di diventarlo.

Una volta ho fatto un viaggio in macchina con B. Di primo mattino. Nell'arco di un'ora e quaranta ha ricevuto o effettuato sette telefonate. Nessuna era per motivi di lavoro.

Mi piace andare a cena con i miei amici. Sere addietro, m'è capitato di avere come commensale C. S'è mangiato la sua pizza e metà della mia, oltre a una porzione intera di patatine. Quando, verso le due di notte, siamo tornati a casa, si è fermato dal kebabbaro e si è sparato un kebab. L'indomani mi ha confessato prima di andare a letto s'era concesso anche una merendina. Una Kinder Brioss, per l'esattezza.

Allora? Chi è A? Chi è B? Chi è C? Qual è l'episodio di fantasia?

take care

giovedì 1 novembre 2007

thanksgiving

ognissanti. fulcro del paganesimo cattolico. domani, i morti. culto fascinoso, inquietante, arcaico e cieco. noi, qua, a barcollare. la fiera soffia più forte che può, ma la cappa di nubi non si schioda. e sì che il vento è freddo. la pioggia, quella potrebbe non tornare. e i baracconi continueranno a girare sotto il loro fumo. ieri, zucche. quindicenni affollati alla rotonda del paese che ti corrono dietro quando passi con la macchina. allora tu freni di colpo, loro quasi ti vengono addosso e si spaventano a morte. dolcetto o scherzetto un corno. dolcetto o scherzetto, dico io, qua non esiste. ma vacci a parlare tu, fagli capire qualcosa. il prossimo passo è festeggiare il giorno del ringraziamento. questa cazzo di ricorrenza che ci rimbalza in testa quasi ogni giorno da quando siamo in età di comprendonio, spiattellataci a ogni piè sospinto dalla televisione. questo giorno del ringraziamento, chissà. quando uno diventa abbastanza grande da capire di che si tratta, ha perso tutto il suo interesse. grazie a dio. (appunto)
buone feste.
io, domani, lavoro.