venerdì 31 ottobre 2008

godot

aspetti.
perché l'autore X, che dovrebbe mandarti del materiale per il tal libro che dovrebbe uscire molto presto, non ti manda niente.
e perché l'autore Y, che forse già avrebbe qualcosa da mandarti, teme che a certa gente non faccia troppo piacere che esca, ancor più presto, il tal'altro libro.
e allora aspetti.
qualcosa succederà, una mail arriverà, qualcuno risponderà alle tue telefonate.
mentre mille altre cose incombono, tu aspetti.
e racconti della tua attesa.
e ti prendi gioco della tua attesa.

lunedì 27 ottobre 2008

chi sia stato non si sa

non erano due milioni e mezzo. molti di meno.
non erano duecentomila. molti di più.

chi c'era sicuramente, sabato pomeriggio al circo massimo, è max pezzali. non per partecipare da privato cittadino. per cantare. sul palco. di fronte a tutti.

il pd riparte da lui. dall'uomo ragno.

bene a sapersi.

andrà meglio, la prossima vita.

baci

venerdì 24 ottobre 2008

soler e gli inglesi


e stasera torno a perugia e tornano i bananieri.

molti di voi già lo sapranno, molti no:


ore 21, sala della vaccara.


antonio soler presenta "il cammino degli inglesi"


lui (nella foto con banderas, che da questo romanzo ha tratto un film) è andaluso di malaga, scrittore lirico che gigioneggia con i sentimenti. questo libro è un po' "la banda dei brocchi" che scriverebbe garcìa marquez se avesse appena visto - ma non letto, come me - stand by me. chissà se mi spiego.


accorriate.




mercoledì 22 ottobre 2008

that's cool

arrivo a campo de' fiori e i miei tre compari sono già belli e brilli. prima di andare alla festa più cool che possiate immaginare, c'è il tempo di steccarci, come dicono qua, un'ultima bottiglia di vino. sedara, donnafugata, 6 euri e mezzo al bar all'angolo. poteva andar peggio.
c'avviamo parlando, e sulla soglia, dieci minuti e l'intera bottiglia dopo, scopro che il terzo dei miei compari, quello che non conoscevo, è il figlio del mago zurlì, sceso a roma per studiar regia al centro sperimentale. un po' mi commuovo, ma passa in fretta.

una volta dentro al centro sociale che ospita il party organizzato dalla casa editrice più cool che possiate immaginare, pagato un ingresso (1o euri: consumazione+catalogo del festival del cinema, pubblicato dalla medesima casa editoriale) su quattro, non resta che sbrigare la pratica consumazione e prendersi un negroni. per ragioni non chiare, tocca a me. non che il negroni mi piaccia, ma in fondo è meglio così. poi continuo a parlare con zurlì jr, che è simpatico. mi passano davanti un paio di tizi che studiavano a perugia, ma non riesco a salutarli. uno era il ragazzo di una mia cara amica, vattelapesca come c'è finito, qua dentro. poi qualche collega di lavoro, un fantastico ex collega iraniano col codino, e così via. il più giovane dei compari, intanto, è un po' fritto dalle quattro ore di vino che ha alle spalle, ma non per questo quando cogli altri cominciamo a ballare lui resta in disparte. lo si nota di più se non lo fa, certo. chi balla vicino a noi, invece, è un'attrice magra magra di cui ricordo il nome ma nemmeno un titolo dei film che ha fatto. sandra ceccarelli, il film con lo cascio, ma sì, ma dai. va beh.

la musica è carina, rockettino con qualche sparuta pretesa (cure, clash, strokes) e parecchia ruffianeria (video killed the radio stars, per intendersi). si balla si balla, anche se sopra la mia testa c'è un'enorme ventola di cui già so che mi ricorderò, e che infatti il mattino seguente (quello di oggi, nda) mi rimarrà addosso sotto forma di subdolo torcicollo. il compare residuo si dimena contento, pensare che l'avrei immaginato ballare solo cogli ska-p o la banda bassotti. glielo dico, se la ride. bene, la festa cool non è male, e la gente cool si diverte. tutti creativi, penso, tutti scrittori, attori, sedicenti editor, uffici stampa, giornalisti, musicisti, comici (c'è pure quello là, quello grasso, emiliano, cogli occhi azzurri, che negli anni 80 stava in coppia con un altro, tipo al drive in o giù di lì, ma chi è, chi è?) e figli di maghi. un popolo di talenti presunti che ha deciso di spendere la propria vita rifuggendo i lavori di fatica. chissà perché sarà così tediosa, l'idea di lavorare per guadagnarsi da vivere, mi dico. li guardo, mi guardo, e mi sembra un po' una messa in scena. sarà il ricordo del sudore e delle mani sporche di mio padre, di cui non riesco a liberarmi. questi intellettuali, insomma, mi convincono sempre meno. e io mi convinco quanto loro, se non meno.

stateben

giovedì 9 ottobre 2008

a vedersela con loro

Se io avessi un po' del potere di Stalin, non lo sprecherei nel mettere un bavaglio agli scrittori dotati di fantasia. Imbavaglierei quelli che scrivono sugli scrittori dotati di fantasia. Vieterei ogni pubblica discussione di letteratura su giornali, periodici e riviste accademiche. Vieterei ogni lezione di letteratura in ogni scuola elementare, superiore, college e università del paese. Dichiarerei illegali i gruppi di lettura e le chat sui libri di Internet, e metterei dei poliziotti nelle lirberie per essere sicura che nessun commesso parlasse mai di un libro a un cliente, e che i clienti non si azzardassero a parlare tra loro. Lascerei il lettore solo con i libri, a vedersela con loro. Farei questo per tutti i secoli che sarebbero necessari per disintossicare la società dalle vostre velenose assurdità.

Amy Bellette

da "Il fantasma esce di scena", del non premio Nobel Philip Roth

insomma, quante ragioni ha, questa vecchia donna?