sabato 20 dicembre 2008

starai meglio. presto.

tedeschi che cantano in inglese, sarebbe meglio di no.
ma se il panorama musicale è quel che è, e per una volta fai finta che myspace e il p2p e internet tutto non esistano e decidi di fidarti incondizionatamente di un consiglio del tuo venditore di dischi di sempre, se così stanno le cose, insomma, allora puoi anche decidere di ignorare le carte di identità e ascoltare e nient'altro.
get well soon.
perché no?

giovedì 11 dicembre 2008

queto è

Franziska si fermò, chinò il busto in avanti, allungò il braccio e gridò: "Queto è, queto è?".
Era davvero bellissimo, un grosso pezzo di buccia d'arancia perfettamente integro che qualcuno aveva gettato oltre il nostro steccato. "Una buccia d'arancia", dissi. "Cosa?" chiese lei. "Una buccia d'arancia", ripetei. "Cosa?" - "Una buccia d'arancia", esclamai. "Queto è?" Una buccia d'arancia e ancora, una buccia d'arancia. E all'improvviso capii: una buccia d'arancia! Franziska mi comprese all'istante. Aveva notato dal mio tono o da non so cos'altro che finalmente le avevo dato la spiegazione esatta. Entrambi osservavamo la buccia d'arancia e con essa il miracolo che la buccia d'arancia ci fosse, e che ci fossimo noi e tutti e tutto, il grande miracolo insomma. Non c'è altro da dire, non chiedetemi spiegazioni. Coglievamo il miracolo di esserci. Punto. Devo dire che ci vidi nel grembo dell'universo? Ma non vidi solo noi, bensì tutti e tutto. E ogni singola cosa e creatura, ma non come quando si abbraccia qualcosa con lo sguardo, bensì come se ogni singola cosa e creatura fosse vicina. Avevamo abbandonato tutto ciò che è spaventoso e tutto ciò che è umano e tutto ciò che è brutto e tutto ciò che è bello. Non ne ero separato, non c'era niente in mezzo, tra me, noi e tutto.

Ingo Schulze - Bolero Berlinese

mercoledì 3 dicembre 2008

+49

l'ufficio stampa è sbrigativo, sarà perché la sua è una grande casa editrice e il mio un piccolo giornale. con una mail da 30 battute mi dà il numero di cellulare dello scrittore, tedeschi l'uno e l'altro, e nemmeno non dico un appuntamento telefonico ma, che so, un'indicazione di massima, tipo chiamalo di mattina, o dopo le 5, o non giovedì. niente. poi dei due libri che gli avevo chiesto di inviarmi, uno è sbagliato, ce l'ho già e non mi rimarrà che regalarlo al mio amico che di quel libro, a mio parere, è più bisognoso. e l'intervista? l'intervista la farò. esosamente, e forse improvvisamente. o annunciandola prima con un sms (insomma, siamo nel 2008, non biasimatemi). ne avrete notizia, quando sarà passata in giudicato.

e la caffettiera smette di fare il suo mestiere, spingendomi a ricorrere ad antichi rimedi suggeriti dalla mia collega napoletana.

mentre il cielo arrembante romano degli ultimi giorni batte in ritirata e lascia spazio al blu che gli sta dietro, e il sole benedice dicembre e il suo freddo.

state bene.