venerdì 31 agosto 2007

Cineserie in prestito

Quest'uomo, il miglior calciatore che abbia indossato la maglia dell'Inter negli ultimi quindici anni dopo Ronaldo, da oggi giocherà col Torino. A questo punto corro a dare un'occhiata al calendario. A quando il derby della mole? Ci riaggiorniamo tra nove mesi, quando il Chino avrà segnato quindici gol salvando i granata da solo. Il cuore duole un po', ma gli occhi son pronti a farsi lustrare.

mercoledì 29 agosto 2007

Nuove onde

Qualche anno fa mi capitò di ascoltare alla Darsena il concerto di un gruppo che mi piacque molto. Tanto da comprarne al volo il cd. Un pampanellismo che al locale di Castiglion del Lago (dove sono fortemente intenzionato ad andare sabato prossimo, tenetevi pronti) è piuttosto solito. Focaia ricorderà con disappunto il suo coraggio nell'accaparrarsi l'album di non so quale songwriter americano capellone che da studio si rivelò una colossale pugnetta. Ma tant'è, a me il cd dei Daunbailò - nati dalle ceneri dei Mazapegul - non deluse affatto. Anzi. A distanza di qualche mese tornai ad ascoltarli, sempre alla Darsena. Il Meuri rimase ammaliato da una loro nuova canzone intitolata Cocomero. Eh? Ebbene, purtroppo da quel momento della band si persero le tracce. Ne ho ritrovate alcune un paio di mesi or sono. Un paio dei musicisti che componevano la fabbrica musicale da cui erano venuti fuori i Daunbailò (la storia è un po' complessa, la troverete facilmente cercando in rete) hanno messo su un nuovo gruppo. Insieme ad altra gente, ovviamente. Si chiama Jang Senato, ve ne avevo fatto cenno qualche post fa, negli ultimi mesi hanno vinto un sacco di premi, tra cui pure il De Andrè.
Sentite che bravi:

http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendID=142878397

adeu

domenica 26 agosto 2007

Parigi alla Pasqui va bene

Cominciamo dalla fine, o quasi. Colpa del blog, o mia che non so usarlo a dovere. Tenderei a mandarvi direttamente alle poche righe scritte in fondo al post, per poi dare un'occhiata alle foto. Ma in fondo, fate un po' come vi pare.
(Questo è Porto Selvaggio. Vi giuro che un quarto d'ora dopo la foto io ero in acqua)
Siamo di Serie A, Gaucci

Non volevo essere lì. Piovigginava, faceva freddo, e il pullmino che ci avrebbe riportato a valle dal picco su cui erano sparpagliati i ruderi di Rocca Calascio era guidato da un energumeno allampadato che prendeva i tornanti a settanta parlando al cellulare. Sulla stradina, chiaramente, non c'erano parapetti. Nel momento dello scatto avevo la certezza che sarei morto da lì a pochi minuti. La cosa divertiva molto Chiara

Io che faccio stretching per calmare i crampi ai quadricipiti femorali dopo aver sceso le ripidissime scale della torre di Santo Stefano. In quella gelateria ho mangiato un sublime gelato allo zafferano

La Busti col succo di frutta trafugato dal b&b

Campo Imperatore. Da qualche di queste parti il luogo di prigionia di Mussolini

Santo Stefano di Sessania visto dall'alto della sua torre trecentesca


e così, dopo il forse più grande injejer dei mulini a vento, anche la pasqui se ne va oltralpe. un po' meno oltre, a dir la verità. parigi non è esattamente aurich, temo, anche se l'immagine di forfecchia in lapponia intento a spiegare perché sostituire le pale dei mulini con degli accrocchi di corna d'alce non è poi una grande idea mi fa sospettare che il nostro abbia scelto uno dei lavori più belli del mondo. comunque, dicevamo, la cara ginger pasqui va a curare parigini per qualche mese, svernerà a montmartre e a marzo sarà di nuovo tra noi. d'altronde, l'avevamo capito, questa è una stagione di inquiete dislocazioni, fra un po' metteremo tutto al setaccio e vedremo cosà sarà rimasto dopo la temperie.
da domani, invece, io me ne torno a roma, a esercitare la libera professione e a consumare suole e sanpietrini.
mi congedo con qualche foto del mio agosto itinerante.
stateme bbuono

mercoledì 22 agosto 2007

Pasticciotto non andare via


torno con tosse e raffreddore, ma oramai i miei malanni sono solo noiosa normalità. e poi il salento è sempre bello, e sempre ovunque. basta guardarsi intorno: non so se oggi, domani o venerdì a perugia inizierà un festival interamente dedicato al tacco a spillo d'italia (o alla coda del cagnolino che nella penisola ho da sempre visto io). pizzica qua, pizzica là, e poi pasticciotti, rustici, calzoni, e moniceddhe (pronunciate l'ultimo dittongo come un "ggie", sarà la cosa più vicina alla correttezza fonetica), ovvero lumache di terra su cui certi paesini pontificano assai. la prima sera c'è toccata proprio la relativa sagra, in quel di cannole. una cosa seria: tre palchi, spazio enorme, migliaia di persone affollate a mangiare, ballare e cantare. nella mia bocca sono finite prima quattro o cinque lumache, poi un paio di pezzetti di cavallo in umido. accettabile, se non moralmente almeno gastronomicamente, il cavallo, impossibili le lumache. e dire che le piccole dimensioni e il sughino in cui erano annegate m'avevano incoraggiato, io che amo le lumachine di mare. ma se volete un consiglio, non provate mai a mangiare uno di quegli affari. il sole mai c'ha abbandonato, e il mare se n'è rimasto limpido a farsi perlustrare dai nostri occhi blindati da maschere subbaqque, mentre i denti stringevano innaturalmente vecchi boccagli di plastica e gomma. molti pesci, laggiù, e io mi sono scoperto piccolo snorky. bellissimi gli olivi e gli oliveti, bellissimi i muretti a secco, divertente il pomeriggio passato sulla spiaggia gay di gallipoli, piacevole il concentro del maestro in una splendida masseria fortificata (pure lei, guarda caso, a cannole). prima di ciò, l'abruzzo, coi suoi monti e i suoi montani borghi. uno di questi si candida come borgopiùbellomaivistodadozzini. santo stefano di sessania. segnatevi questo nome. meno di mezz'ora da l'aquila, tredici chilometri da campo imperatore, dove a dispetto della sbiadita pagina di storia che lo rese teatro d'eccezione una sessantina d'anni fa oggi l'attrazione maggiore sono le vacche scampananti e le ricotte fumanti che i pastori tirano fuori dal loro latte. altra annotazione abruzzese: arrosticini, sorprendentemente fenomenali. io, che l'agnello non lo annuso nemmeno, posso dirlo ben forte.
ora basta.
stanco della luce malata di quest'aggeggio.
ci vediamo una di queste sere, ché per roma riparto lunedì.
bacieabbracci
(ma ho scoperto che il solito concertone della festa dell'unità di pian di massiano lo farà la bandabardò; il 6 settembre, che purtroppo è un giovedì)

martedì 7 agosto 2007

f d

non ho ben capito se il nuovo album di ben harper è uscito anche in italia. ne dicono male. male il singolo non è, però. ne riparleremo a breve.
don gelmini, invece. qualcuno s'è lasciato scappare che il re è nudo. mmah.
le vacanze, quelle fatte di partenza-nuovi letti-panini-scoperte-vuoti-relax e tutto il resto, si avvicinano. dopodomani, via per il salento, con l'abruzzo di mezzo. dopo quattro anni lascio l'agosto perugino e il suo malinconico pallore. e proprio per tornare nella terra del sole, del mare e dellu ientu. bene.
io, volevo dire, mi congedo.
ah, e voi volete sapere cosa mi porto da leggere? io ve lo dico:
ogni cosa è illuminata - j.safran foer
caos calmo - sandro veronesi
avevo vent'anni - enrico franceschini
let it be - paolo grugni
vi saprò ridire quanti ne avrò letti effettivamente.
ora adeu.
take care