venerdì 28 settembre 2007

Another brick

Giornata tranquilla, che si preannuncia di sole e pioggia. Tra qualche ora arriverà doctor Busti, spero esorcizzando la fase piovosa almeno da qui a lunedì.

Leggo della Birmania con una tenerezza mista a una preoccupante freddezza. Certe lontananze, certe ignoranze distillano senza giustificazione non dico il dolore, che è merce di alto valore e allora poco mercificabile, ma l'indignazione e l'empatia. Registro il fatto con disappunto.

Poi leggo della Ddr di diciotto anni fa, e lo faccio in un romanzo interminabile e a tratti inaccessibile che da qualche settimana mi accompagna, appollaiato per tutto il giorno sulla spalla come tutti i romanzi che si leggono, e che ho affrontato sostanzialmente per il puro gusto di calarmi in qualcosa di simile a quello in cui è immerso da un po' il nostro forse più grande injejer dei mulini a vento. Nonché per poter vantarmi con Trippa di aver letto "il romanzo dell'unificazione tedesca", come è stato definito da qualche critico ben pagato dalle case editrici che l'hanno pubblicato. La realtà, almeno rispetto alla prima argomentazione, è stata ben diversa, visto che la storia è fin'ora ambientata interamente tra Dresda e Altenburg, decisamente al di là del Muro. Ma - e sì, lo so, sto contravvenendo alla mia regola aurea, quella secondo la quale non parlo, mai mai mai, dei romanzi che ancora non ho finito di leggere - manca ancora parecchio, per cui non si sa mai che il mediocre protagonista di questo "Vite nuove" di Ingo Schulze (Feltrinelli, pagg. 576, 22 euro) prima o poi non finisca per fare una capatina ad Aurich o da quelle parti. Vi farò sapere. (Ma vedete, per lo meno non esprimo giudizio alcuno)


Aufviedersen

martedì 25 settembre 2007

Europa connection

E giunse il giorno di adoperare questo riquadro malatamente luminoso per far da civetta a quanto altrove, dove le parole brillano di meno, accade.
Ricordate Trippa?
Ricordate il giornale in cui quest'estate ha fatto una sostituzione?
Ricordate Rutelli?
Bene.
Oggi, a pagina 12 - last but not least -, ci troverete un articolo scritto da me medesimo.
Parla di Wu Ming, copyleft e via discorrendo.
Il giornale, per chi non lo sapesse, è un quotidiano, e si chiama Europa.

Poi?
Poi, più o meno, basta. L'Inter malandata di questi tempi irrompe nei miei sogni sotto forma di patimento paterno; il mio nuovo coinquilino, l'agrigentino Alexander, è un ufficiale dell'esercito in servizio a Monte Mario; il prossimo fine settimana mi tratterrò nella Capitale, a ricevere la visita della mia donzella.

Può bastare. Per oggi.

venerdì 21 settembre 2007

Quando le finestre secernono (impunite)

Mentre il povero Fokaien ha a che fare con gatti e veterinari e Bozzi con ancor più melodrammatiche vicissitudini a sfondo canino, io vengo colto in piena testa da una scodellata di melmoso materiale non meglio identificato scagliato (con imperizia o mirata precisione?) da una finestra di via Isonzo proprio nel momento del mio passaggio al di lei di sotto. A un primo esame risulta che non dovrebbe trattarsi di sostanze fecali. Senza dubbio, però, sono organiche. Avanzi di battuto di cipolla? Resti di infusi eraboristici? Minestrone misto a segatura? In estrema sintesi, mi limiterei a dire cazzo.

E poi Perugia, che chissà cosa offrirà in questo weekend di trapasso dall'estate al presumibilmente tiepido autunno che verrà.

Per ora basta, che vado a controllare se la camicia accuratamente detersa, e ora appesa di là, a una delle finestre dell'aula-studio, s'è già asciugata.

take care (and onion too)

mercoledì 19 settembre 2007

Pesi e contrappesi

Metà settimana.
Serata Wu Ming molto soddisfacente.
Ancor più gli strangozzi del Civico 25, a seguire.
Wu Ming 1, fra l'altro, adora Paolo Vinti.

Il Chino ha segnato il suo primo gol e s'è prodotto in alcune delle sue magie.
Non c'è da stupirsene.

L'assenza di Focaia comincia a pesare.
Trippa pesa, e parecchio, già da molto.

Era giusto un saluto, come vedete.

Ma a presto.

lunedì 17 settembre 2007

Who Minch?

Poco da aggiungere.
Se non che stasera ci sono i WU MING.
A presentare MANITUANA.
Sala dei Notari, ore 21.
Coordino io.
Venite. Portate chiunque.
Bene.

venerdì 14 settembre 2007

Di Gino io mi fido un po' di più

Uno dei privilegi di continuare ad essere un collaboratore, pur distante, del Corriere dell'Umbria è avere l'opportunità, una volta ogni tanto, di intervistare gente in gamba. Attori, registi, cantanti, tipi del genere. L'altroieri, anzi martedì, m'è capitato di telefonare a Daniele Silvestri. Quattro e mezzo del pomeriggio, panchina di Villa Borghese, vento e sole tutto intorno. Io mi preparo, rileggo le domande, ripasso i gesti che mi consentiranno di non intrecciarmi mentre reggo cellulare, penna e foglietti, quando s'avvicina un omino. "Capo - mi fa -, ce deve rimané ancora molto su 'sta panchina?". "Beh - dico io -, insomma. Devo fare un'intervista. Almeno una ventina di minuti". "No, è che io e gli amici mia vorremmo fa' 'na partita a carte. E là ce sta er sole che ce batte proprio en testa", dice indicandomi un gruppetto di altri anziani al di là della piccola radura su cui s'affaccia la mia panchina. Sono in piedi, di fianco a un'altra panchina. Dietro di loro si intravede un tavolino. "Va bene - dico a questo punto -, mi sposto là, non c'è problema". "Grazie tante - mi fa lui -, ma stia attento a non prende troppo sole". Poi fa un cenno ai suoi compari - sono tre - e quelli sollevano il tavolino e lo portano all'ombra, insieme a un paio di sedie di legno. Appoggiati davanti alla mia vecchia panchina, formano una perfetta postazione da tressette. Quindi io mi vado a sedere sull'altra panchina, al sole, e chiamo. Effettivamente la conversazione con Silvestri dura una ventina di minuti. Inutile dirvi la soddisfazione, nove mesi dopo l'incontro fortuito dentro al bar del Testaccio. L'intervista, per la cronaca, è uscita il giorno dopo, mercoledì 12, sul Corriere dell'Umbria. Magari la pubblicherò anche qua. Intanto, domani c'è il concerto. E lunedì, due giorni dopo, Wu Ming. Accorrete numerosi.

lunedì 10 settembre 2007

Partitoclastia

Cosa serve per governare? "Basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione".
Chi è questo, Beppe Grillo? No...
Guglielmo Giannini.
Qualcuno se lo ricorda?

sabato 8 settembre 2007

Prima dell'America


Dunque, è ora di promuovere la nuova iniziativa di Banana Republic, e di precettare tutti quelli che il 17 settembre saranno a Perugia e dintorni. Quel giorno (è un lunedì) alla Sala dei Notari ci saranno i Wu Ming a presentare "Manituana", loro ultimo romanzo, storia degli albori della Rivouzione americana vista dalla parte degli indiani (o di alcuni di loro, perlomeno).
Si comincia intorno alle nove. Di sera, ovvio. Accorrete numerosi. Portate amici, parenti, chiunque. Non rimarranno delusi. A presto. E date un'occhiata ai siti qua sotto.



venerdì 7 settembre 2007

America

"Tu odi l'America, non è vero?" disse.
"Odiarla sarebbe stupido almeno quanto amarla," dissi.
"Non riesco a provare alcuna emozione: il terreno di per sè non mi interessa. Sono certo che si tratta di una grande lacuna nella mia personalità, ma non riesco a pensare in termini di confini. Per me quelle linee immaginarie non sono più reali degli elfi e dei folletti. Non posso credere che indichino veramente l'inizio o la fine di qualche cosa di importante per un essere umano. Le virtù e i vizi, il piacere e il dolore attraversano le frontiere a loro piacimento".

da "Madre notte", di Kurt Vonnegut

mercoledì 5 settembre 2007

stronzi e non


C'è questo professore di Stanford, dove insegna qualcosa che ha a che fare con il marketing, le risorse umane e roba del genere (le materie in assoluto più invise al forse più grande injejer dei mulini a vento), che ha scritto un manualetto su come difendersi dagli stronzi che imperversano nei nostri uffici, qulunque sia il nostro ambiente di lavoro. In America ha venduto parecchio, in Germania pure. Da noi non era scontato che andasse allo stesso modo. Invece sta andando molto molto forte. Il tizio si chiama Bob Sutton, il libro "Il metodo antistronzi", l'ha pubblicato la giovane casa editrice Elliot e nel complesso è una lettura divertente e per niente priva di fondamenti scientifici. Se conoscete qualcuno che subisce vessazioni e angherie varie al lavoro, per lo più da gente che non potrebbe definirsi altrimenti che stronza (chi ti umilia gratuitamente, chi infierisce quando sei in difficoltà, chi gode a vederti sudare freddo), consigliateglielo. Altrimenti, meglio per voi e per i vostri amici.


Questo è il sito del libro:

http://www.ilmetodoantistronzi.it/


Statemi bene.

lunedì 3 settembre 2007

Should I read or should I go

Joe Strummer era il cantante dei Clash. Ma la mia amica Mara, bella ed eccentrica comasca in Erasmus a Barcellona, non lo sapeva. Il caso volle che Strummer morì proprio quando noi eravamo a cazzeggiare in Catalogna. Poco prima del Natale 2002: "visto? E' morto Joe Strummer". Lei, stupita: "E come fai a conoscerlo?". Io, più di lei: "Beh, era il cantante dei Clash". Infine: "Ah. Io pensavo fosse uno di Lomazzo".
Lomazzo, per chi non lo sapesse, è un paese non lontano da Como. La povera Mara aveva confuso Strummer chissà con chi. Ma la storiella, in sé vagamente divertente, è solo la premessa di quanto ho intenzione di raccontarvi. Fate qualche passo avanti nel tempo, e arrivate a stamattina. Entrate idealmente in un treno che porta da Perugia a Roma, un treno in cui l'aria condizionata è troppo potente. Mettete che manchi una mezz'oretta all'arrivo, e che il tizio seduto sul sedile di fronte al vostro sia un nanerottolo pelato e occhialuto con in mano un libro dalla copertina nera. Il nanerottolo sta leggendo questo romanzo che si chiama "Let it be", giallo ambientato nella provincia brianzola e scritto da tale Paolo Grugni che gli ha consigliato una collega giornalista. A un certo punto, tra una canzone e un'altra dei Beatles nel libro compare anche un accenno a Joe Strummer. Il protagonista racconta di fatti avvenuti nel dicembre del 2002, proprio il periodo in cui il punk-rocker tirò le cuoia (era il 22, per la precisione). Il nanerottolo che legge ricorda subito l'episodio di Barcellona. Tanto più che le storie di ammazzamenti e cazzi vari narrate nel romanzo si svolgono proprio a due passi dal Comasco e da tutta l'ambientazione dei primi venticinque anni di vita di Mara, microcosmo in cui per lei doveva risolversi la maggior parte degli avvenimenti notevoli di interesse per l'Uomo (muore Strummer, quello di Lomazzo, e il semi-sconosciuto perugino che mi sta davanti lo viene a sapere). Insomma, il nanerottolo si imbatte in una sfumatura evocativa che per un istante lo riporta indietro di cinque anni e in là di almeno un migliaio di chilometri. Poi, tempo un paio di pagine, ecco il colpo di scena. Il protagonista del romanzo, alla ricerca di una spiegazione per tutti i morti ammazzati che lo perseguitano da anni, sale in macchina e va a trovare gli eredi della pazzoide che ha vissuto per quasi un secolo nella villa in cui ora abita lui. E dove stanno, suddetti eredi? Ma a Lomazzo, ovviamente. Nelle trecento pagine precedenti, giova ricordarlo, il paese in questione non era stato citato nemmeno per sbaglio. Tutto qua. Io lo ritengo inquietante. Entro stasera finisco il libro e vi dico se per caso questo Joe Strummer di Lomazzo c'entra qualcosa cogli omicidi di Grugni.