martedì 25 dicembre 2007

war is over (comme, no?)

dico una cosa scontata, ma evidentemente non troppo. sapete quei tizi che a natale inviano messaggi preconfezionati a tutta la loro rubrica. andrebbero incriminati, dico io. se mi sorreggono voglia e memoria, a breve pubblicherò una serie di quelli che saranno arrivati a me.
e buon natale, per quel che significhi.

venerdì 21 dicembre 2007

with hope in your heart

era la partita che aspettavo.
che volevo.
liverpool-inter, ottavi di finale di champions league.
fascino estremo. la partita.
bene.

giovedì 20 dicembre 2007

ciao sono io

non mi piace l'idea che entrando nel sito internet di un giornale si possa ascoltare la registrazione di una telefonata tra due persone ignare di essere sottoposte a tale registrazione.
certo, se poi uno dei due al telefono chiede all'altro di far lavorare una certa ragazza in modo che un certo senatore a lei molto vicino possa fare il salto della quaglia e far cadere il governo, allora le cose un po' cambiano.
comunque...

http://espresso.repubblica.it/multimedia/1471644?flv=true

evelina manna

elena russo

mercoledì 19 dicembre 2007

imminenti

giusto per dire che il nuovo album dei rem uscirà il prossimo 1 aprile.
non dovrebbe essere uno scherzo.
e il pensiero mi mette di buon umore.

venerdì 14 dicembre 2007

asia. torino

asian dub foundation.
ma cos'è il dub, esattamente?
reggae più lento, pieno di bassi, cupo di una cupezza densa, che sa di fosca penombra.
le dancehall, i dreadlocks e tutto il resto.
non che questi signori si occupino solo di questo genere di musica.
non che io li conosca troppo bene.
ma domani, al norman, saranno un piccolo evento.

all'urban, verso il meuri, verso il pampa, suoneranno invece gli statuto.
anche dieci anni fa, verso il meuri, verso il pampa, ma ancor di più verso il meuri e verso il pampa, suonarono gli statuto.
io pure.
ma questa è una storia già raccontata.

e noi, giovane popolo della notte perugina, interpellato a ogni pie' sospinto dalle arrembanti troupe televisive del belpaese in cerca di conferme alle loro tesi mormoniche, noi c'andremo, da una parte o dall'altra, o cosa?
o saliremo sulle nostre macchine e cominceremo a risalire la penisola fino a che non incroceremo, da qualche parte nei pressi dell'appennino, il finalmente di ritorno injejer, per scortarlo alla di lui magione?
oppure no, invecchieremo ancora di più e non ci smuoveremo dai nostri deschi?

lascia perdere johnny è un bel film.
l'album dei subsonica è un bell'album dei subsonica. ma microchip emozionale era un'altra cosa.
faulkner si prepara a salutarmi, e mi darà un dolore.

e si continua a litigare per recoba. un ottimo modo per sentirsi vivi.

take care

(e naturalmente non ho parlato, non ho speso neanche una parola per gli operai di torino, perché non serve, non sarei all'altezza, direi degno, come nessuno d'altronde, come nessuna parola aggiungerebbe un qualsiasi valore a quel che già di per sé dice tutto, perché è una vecchia storia, purtroppo è una terribile vecchia storia)

mercoledì 12 dicembre 2007

dozzini retorico

w l'italia.
l'italia del 12 dicembre.

martedì 11 dicembre 2007

Penso che sia stato quello

concedetemela, questa mutiliazione. non è il fatto di essere o non essere sempre d'accordo con tutto ciò, ovviamente. mr faulkner, lassù, mi perdonerà.

[...]
"Ci ho pensato. A perché il babbo non sparò al colonnello Sartoris. Penso che sia stato per via del suo sangue francese".
"Sangue francese?" disse Christmas. "Ma anche i francesi si arrabbieranno quando uno gli ammazza il padre e il figlio lo steggo giorno, no? Mi sa che tuo padre era religioso. Diventato predicatore, magari".
Per un po' lei non rispose. Le lucciole vagavano; da qualche parte un cane abbaiò, morbido, triste, lontano. "Ci ho pensato" disse lei. "Era finito tutto, ormai. L'ammazzare in uniforme e con tanto di bandiere, e l'ammazzare senza uniformi e senza bandiere. E non è servito mai, né allora né dopo, a qualcosa di buono. Mai. E eravamo forestieri, stranieri, che la pensavano diversamente da quelli nella cui terra eravamo entrati senza che nessuno ce l'avesse chiesto o ci volesse. E lui era francese, mezzo francese. Abbastanza francese da rispettare in chiunque l'amore per la terra dove lui e i suoi erano nati, e da capire che uno non poteva fare a meno di agire come la terra dov'era nato l'aveva educato a agire. Penso che sia stato quello".
[...]
William Faulkner, Luce d'agosto

sabato 8 dicembre 2007

esteta

giusto per dire che oggi pomeriggio, alle sei, alla feltrinelli verrà inaugurata una mostra fotografica su perugia basata su un concorso indetto dalla e-generation. nuova perugia vs vecchia perugia, o qualcosa del genere. io ci sarò, anche perché rientro nel novero dei giurati (!). e tu che ne sai di come si giudica una fotografia, m'ha chiesto ieri bozzi, più o meno a metà del viaggio di tre ore e mezzo che c'è stato necessario per tornare da roma a perugia. già, che ne so? fa lo stesso, io valuterò.

e poi, stanotte ho sentito i tuoni più forti mai esplosi sulla faccia della terra. a un certo punto ho pensato che non ci fossero troppi motivi per ritenere che non si trattasse dell'avvento dell'apocalissi. poi, per fortuna, è tornato il sonno.

venerdì 7 dicembre 2007

light in december

post di fine settimana a fare il paio con quello di lunedì. non so neanche se in fondo ho molto da dire. immagino che la mia scrittura sia un po' influenzata dalla meraviglia della lettura di faulkner. è sempre così, quando mi passa un suo libro tra le mani. mi si fissa in testa, e mi sembra di non riuscire a pensare, a formulare tutti i miei pensieri, in modo diverso da come potrebbe farlo lui se fosse al mio posto. certo, volando molto più giù. chiunque di voi non abbia mai provato la sensazione quasi estatica di immergersi in un suo romanzo, è pregato di farlo. sarà faticoso, ansiogeno, desolante, ma a un certo punto vi sentirete riempiti fino al midollo di puro coscienza della grandezza del mondo. non capita tutti i giorni. il libro di questi giorni è luce d'agosto. light in august. solito scatolone adelphiano, d'un ocra spento.
la fiera, invece, è quel che era un anno fa, e suppongo nelle altre edizioni. poca gente, ieri, che il giovedì chi volete che ci vada, a un mercato di libri? le scuole, più che altro, e qualche giornalista senza un cazzo da fare. a proposito, oggi è uscito un mio pezzo al riguardo su europa. chi volesse... oggi sarà una toccata e fuga, a portare un po' di materiale promozionale per il centro studi e nient'altro. che poi si riparte alla volta di perugia, nella smart di bozzi che martedì m'ha ospitato per mezz'ora almeno nel posto che nel migliore dei casi dovrebbe essere del cane (da caccia, magari). nasic di fianco a leopardo, che imprecava temendo arresti e sequestri. io, invece, mi sentivo già le ossa fracassate da un romano sbadato che faceva entrare il muso del suo pick-up nella nostra scatoletta rossa a quattro ruote.
ora vado.
a presto

lunedì 3 dicembre 2007

alla fiera dell'eur, per un soldo

l'ultimo post si intitolava compleanno. nel frattempo ne sono passati alcuni veri, di compleanni. quello di cagnini, presempio, che il 28 novembre ha compiuto 29 anni. poi, il primo dicembre, una sfilza: virginia (quella del blog qua sotto), 'l mì babo (settant'anni) e woody allen. ci sarebbe anche il padre di gabriél garcìa marquez, ma quello è morto da un pezzo, mi sa.
io sono reduce da un acquazzone e da un weekend a basso tasso di trasgressione. però ho avuto il privilegio di cenare insieme al meuri e ala su' frega. che non è poco.
giovedì, invece, inizia la fiera delle piccola e media editoria all'eur. mi toccherà farci un salto, ad accompagnare gli allievi del corso in editoria iniziato lunedì scorso. sarà delirante e divertente, suppongo, come sono di solito le fiere. vi saprò dire.
ora basta.
buon inizio settimana.
e non guardate, mai e poi mai, cento chiodi, l'ultimo film di ermanno olmi. insostenibile.

martedì 27 novembre 2007

cumpleaños

oggi, un anno fa, iniziavano vivalibri, roma e tutto il resto.
a queste pagine, credo, devo essere grato.
statemi bene.

venerdì 23 novembre 2007

fiumani di parole

accennavo a qualcosa per sabato.
ecco, telegraficamente: federico fiumani.

chi è costui?

chiedetelo a francesco bernardini.

e chi è quest'altro costui?

le cose si complicano.

allora date un'occhiata al sito http://www.diaframma.org/
risolverete almeno una delle due questioni. francamente la più importante

riassumendo in breve, i diaframma sono una band fiorentina che negli anni 80 andava per la maggiore nel misero panorama del rock italiano. fiumani ne è il leader incontrastato. su di lui si è sviluppato una sorta di piccolo culto. che coltiva continuando a suonare, e, da un po' di tempo, scrivendo. per questo domani sarà a perugia. prima, verso le cinque del pomeriggio, a presentare la sua autobiografia "brindando con i demoni" alla libreria la porta, a porta pesa. poi, verso le undici, a suonare, al loop.

vedete quel che potete fare. io, immagino, ci sarò in entrambe le occasioni. almeno per un po'.

e poi stasera, sempre al loop, tale the niro. romano de roma che canta in inglese, e per questo dà fastidio. ma prinz dice che è un fenomeno, e in giro se ne parla molto bene. io ho ascoltato al volo qualcosa, non sembra affatto male. probabile che meriti un salto. io, in ogni caso, sarò in centro. sentiamoci.

take care.

mercoledì 21 novembre 2007

metti in sesto il palinsesto

rai e mediaset, ai tempi del governo berlusconi, non si facevano la guerra. ma funzionavano come un'unica enorme catena televisiva. la programmazione era concordata, le moine nei confronti del premier e dei suoi compari pure. oggi l'ha scritto repubblica. ci sono dei fatti, dietro la notizia, e chiunque di voi può leggere ampliamente nel sito del giornale. voglio dire, voi lo sapevate? io qualche sospetto ce l'avevo.

va beh.

mentre la matassa thrilling continua ad aggrovigliarsi sempre di più, con africani che vanno e africani che vengono, io mi godo gli ultimi due giorni di romanità prima del ritorno al paesello, da dove manco ormai da una ventina di giorni. ho già un paio di cose da proporvi per sabato, sarò più preciso tra domani e venerdì. si tratta di fiumani, comunque. qualcuno già capirà.

ora a lavorar, che è ora.

venerdì 16 novembre 2007

gira la palla



ricordate l'orsacchiotto bianco rimasto orfano lo scorso anno allo zoo di berlino? knut. eccolo qua. è meraviglioso.

oggi intervista a vecchioni su europa. mia.

questa settimana niente perugia. tra un paio d'ore arriva chiara, che rimane fino a mercoledì per un congresso.

domani spero di andare al circolo degli artisti a vedere il concerto degli okkervil river. vi farò sapere.

qualcuno di voi prende l'abc sul satellite?

statemi bene.

mercoledì 14 novembre 2007

l'articolo (è vero, avevo detto che non se ne sarebbe parlato più)

Giovanni Dozzini
Pare che Perugia sia diventata Sodoma. Noi non ce n’eravamo accorti. Fortunatamente, prima che sulla città scendesse una purificatrice pioggia di fuoco a qualcuno è venuta la salvifica idea di trucidare un’inglesina di ventuno anni dopo aver con ogni probabilità abusato di lei. Meno male. Perché così i media nazionali per qualche giorno hanno rubato un po’ di spazio a gossip e chiacchiericci parlamentari e sono calati in massa nel cuore della profonda provincia, a togliere dai nostri occhi il velo che ci impediva di vedere quello che stava succedendo nelle nostre strade. E così, prima che il bubbone scoppi, avremo modo di inciderlo. Prima che sia troppo tardi, potremo provare a rimettere tutto a posto.
Già. Così vanno le cose, nel nostro Paese. Un crimine efferato è per forza sintomo di qualcosa di più grande, molto più grande. Basta leggere o ascoltare i pezzi di qualcuno degli inviati delle illustri testate giornalistiche che da qualche giorno a questa parte non possono esimersi dall’occuparsi di Perugia e del luogo di perdizione in cui s’è trasformata. Quelle descritte sono delle vere e proprie scene bibliche: orde di studenti fuori sede, italiani o stranieri che siano, che passano le giornate a dormire e le notti a bere o a drogarsi, tra festini all’insegna della trasgressione estrema e una strisciante e sottile violenza sottopelle; spacciatori che zampettano da un portone all’altro delle viuzze del centro, impuniti, minacciosi e oltraggiosi del pubblico decoro; malintenzionati pronti ad aggredire i passanti nascosti dietro ogni angolo, con tanto di mappe delle zone rosse della città, quelle da evitare a ogni costo, specie nel caso voi siate donne e vi troviate a dover passeggiare da sole nel bel mezzo della notte.
Chi non conosce Perugia, o la conosce poco, può credere che sia veramente così. E questo è il primo torto, non da poco, compiuto da questi giornalisti. Il secondo torto sta nella presunzione di poter dipingere il ritratto di una città basandosi su pochi e superficiali elementi. Il terzo torto, e per certi versi il più grave, consiste nell’aver travisato del tutto il proprio ruolo. Un giornalista, si diceva una volta, deve riportare i fatti, non esprimere giudizi di valore. Quelli vanno lasciati ai magistrati o ai preti. Invece sembra che questi reporter di strada si divertano a colorare di rosso e di nero i contorni di Perugia e di chi a Perugia vive, non avendo né il diritto né il dovere di farlo. Senza contare la scelta delle fonti, del tutto arbitraria, e il loro grado di autorevolezza, più che discutibile.
Intendiamoci, il fatto che si tratti di Perugia è del tutto accidentale. Questo è solo un caso, ma un caso particolarmente eloquente, che indica a chiare lettere qual è l’andazzo preso dall’informazione in Italia. Un andazzo molto preoccupante. Secondo il quale ogni opinione, ovviamente la più comoda a chi scrive, assurge a paradigma e i fatti diventano, tutti, opinabili. Ma la verità, tornando al caso specifico, al primo dei tre torti elencati poco fa, è che i ragazzi di fuori che studiano a Perugia sono una ricchezza enorme per la città. Dal punto di vista culturale e da quello economico. Quasi tutti amano divertirsi, è vero, molti di loro la sera vanno a ballare o alle feste, e alcuni ogni tanto alzano pure un po’ il gomito. Sarà che hanno vent’anni. Come hanno vent’anni quelli che scelgono di andare a fare l’università da un’altra parte, in Italia, in Europa, in tutto il mondo. A Roma o a Barcellona, a Strasburgo o a Nottingham, specie grazie al progetto Erasmus le nuove generazioni hanno imparato un nuovo concetto di integrazione. Parlano le lingue, comunicano quotidianamente con gente che si trova a migliaia di chilometri di distanza, conoscono sempre meglio culture diverse dalla propria. In quelle città i ragazzi hanno gli stessi modi di divertirsi. Piazza IV Novembre non è così diversa da San Lorenzo o dal Barrio Gotico, fidatevi. Sotto tutti i punti di vista. Anche lì c’è gente che spaccia, gente che ammazza e gente che viene ammazzata. È così quasi dappertutto, purtroppo.
Gli studenti di Perugia rappresentano, nel bene e nel male, una fetta di futuro della società italiana e non solo di quella italiana. A chi li liquida come un esercito di sodomiti dedito esclusivamente alla dissoluzione farebbe bene approfondire un po’ di più. La generalizzazione, l’approssimazione, la superficialità fanno male al giornalismo. Fanno male alla realtà delle cose. In questo caso stanno facendo malissimo a Perugia.
Corriere dell'Umbria
domenica 11 novembre 2007

martedì 13 novembre 2007

sono locchi

volete ridere? bene.
domenica scorsa, l'altroieri, sul corriere dell'umbria è uscito un mio commento sulla campagna infamatoria dei media nazionali contro perugia. un commento vero e proprio, che partiva dalla prima pagina. roba scritta con foga e voglia di fare giustizia, forse non esattamente il miglior pezzo che avrei potuto scrivere, in ogni caso equilibrato, lucido. un po' retorico, quanto necessario. insomma, pubblicano il pezzo e durante il giorno m'arrivano un paio di messaggi di complimenti da questo o quell'altro. grazie per aver difeso perugia, dicevano. a un certo punto, ero di ritorno dalla mia gita nella splendida padova con boosta, squilla il telefono. numero sconosciuto. rispondo nel momento in cui inizia il tratto del verghereto. "pronto, parlo con giovanni dozzini?" "sì" "sono locchi" "ah" "sono renato locchi, sindaco di perugia". e poi via a parlare per cinque minuti del mio articolo, a ringraziarmi e complimentarsi, a dire che gli avevo aperto gli occhi e fatto capire che le istituzioni dovevano prendere posizione pubblicamente contro questa gogna mediatica. che questa posizione l'avrebbe presa l'indomani, in una conferenza stampa in cui avrebbe insistito su alcuni dei punti che avevo trattato io nell'articolo. beh, la storia è bula. dal vivo potrò raccontarvi anche qualche retroscena ulteriore sulla telefonata. ma intanto se il pezzo è servito a far smuovere il comune già ha fatto qualcosa di quel che si era prefisso. invece ieri, da vespa, altra puntata ignobile della telenovela "vieni a sballarti a perugia". con un manipolo di ventenni meridionali in cardigan, minigonna o giacca e cravatta che confermavano quanto sconveniente sia quel che sta succedendo a perugia di questi tempi. e lui, vespa, a incalzarli: "ma avete mai visto qualcuno che dopo essersi fatto uno spinello è diventato particolarmente violento? eh? eh?". come se poi le loro testimonianze avessero valore scientifico. quell'uomo è un impostore dell'informazione. fortuna la giannini, rettore della stranieri, donna molto in gamba, ragionevole e preparata. domani, tra l'altro, da qualche parte alla stranieri ci sarà beppe severgnini, che sul corriere della sera di domenica (in contemporanea con me, sì) ha scritto un gran bel commento in difesa di perugia. vi consiglio di procurarvelo. infine, sempre ieri sera, pure matrix si rioccupava di noi. e, sorprendiamoci pure, c'era de megni che ha detto cose molto sensate, più o meno quelle che avrei detto io se fossi stato al posto suo. lo rivalutiamo?
va bè, credo che la storia per il momento possa considerarsi chiusa. almeno su questo blog.
take care

giovedì 8 novembre 2007

la gogna

guardate cosa scrivono di perugia sul corriere della sera. e quest'assuntina morresi non è altro che una fascio-cattolica ben nota per il suo perbenismo da beghina. vergogna.
il corriere della sera, mamma mia.
http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_08/perugia_ibiza.shtml

libri

comincia umbrialibri.
quest'anno non c'è un granché. almeno ci saranno meno forfeit.
comunque date un'occhiata voi stessi, che non fa mai male: www.umbrialibri.com
domattina, per chiunque abbia la voglia e la possibilità di prendersi due ore di libertà, presentano un libro pubblicato da bd, editore che orbita nella galassia vivalibri. tale craig davidson, americano, fighter. ci sarà l'autore, trentunenne nato a calgary e finito a vivere nell'iowa. ne parlano bene palahniuk ed easton ellis. alla sala cannoniera della rocca paolina, ore 10.30. vedete un po'.
e poi?
io torno domani sera.
e sabato sarò già a padova. come domenica.
niente weekend perugino, insomma.
e neanche il prossimo, che mi fermo a roma.
perciò, o ci vediamo domani sera o molto, molto in là.
nei prossimi giorni sono previste uscite discografiche e concerti romani. vi terrò aggiornati.

il secondo gol segnato ieri da ibrahimovic è un'installazione post-moderna. inenarrabile. non lo narrerò oltre

martedì 6 novembre 2007

perugia connection

insomma, era vero.
sono stati due extracomunitari ad ammazzare l'inglesina.
loro, e un meridionale.
i perugini sono integerrimi.
tutta colpa degli altri.
in questa città non si può più uscire la sera.
non si può più vivere in pace.
in questa città, cova il male.
un male alieno, ovviamente.

e meredith, col suo nome da commediucola horror-trash americana?
che dio la benedica, poveretta.

venerdì 2 novembre 2007

un gioco gioco

facciamo un gioco.
io vi racconto tre aneddoti che riguardano altrettante persone.
voi indovinate chi sono.
un aneddoto, poi, è falso ma verosimile. indovinate anche questo.

A ogni tanto mi invia dei messaggi sul telefonino. Qualche giorno fa m'è venuto uno strano sospetto e ho deciso di controllare. Ebbene, in tutti gli ultimi quattro sms mandatimi, A raccontava di essere ubriaco o in procinto di diventarlo.

Una volta ho fatto un viaggio in macchina con B. Di primo mattino. Nell'arco di un'ora e quaranta ha ricevuto o effettuato sette telefonate. Nessuna era per motivi di lavoro.

Mi piace andare a cena con i miei amici. Sere addietro, m'è capitato di avere come commensale C. S'è mangiato la sua pizza e metà della mia, oltre a una porzione intera di patatine. Quando, verso le due di notte, siamo tornati a casa, si è fermato dal kebabbaro e si è sparato un kebab. L'indomani mi ha confessato prima di andare a letto s'era concesso anche una merendina. Una Kinder Brioss, per l'esattezza.

Allora? Chi è A? Chi è B? Chi è C? Qual è l'episodio di fantasia?

take care

giovedì 1 novembre 2007

thanksgiving

ognissanti. fulcro del paganesimo cattolico. domani, i morti. culto fascinoso, inquietante, arcaico e cieco. noi, qua, a barcollare. la fiera soffia più forte che può, ma la cappa di nubi non si schioda. e sì che il vento è freddo. la pioggia, quella potrebbe non tornare. e i baracconi continueranno a girare sotto il loro fumo. ieri, zucche. quindicenni affollati alla rotonda del paese che ti corrono dietro quando passi con la macchina. allora tu freni di colpo, loro quasi ti vengono addosso e si spaventano a morte. dolcetto o scherzetto un corno. dolcetto o scherzetto, dico io, qua non esiste. ma vacci a parlare tu, fagli capire qualcosa. il prossimo passo è festeggiare il giorno del ringraziamento. questa cazzo di ricorrenza che ci rimbalza in testa quasi ogni giorno da quando siamo in età di comprendonio, spiattellataci a ogni piè sospinto dalla televisione. questo giorno del ringraziamento, chissà. quando uno diventa abbastanza grande da capire di che si tratta, ha perso tutto il suo interesse. grazie a dio. (appunto)
buone feste.
io, domani, lavoro.

martedì 30 ottobre 2007

Il mio caro, caro Micky

immagino che qualcuno di voi domenica abbia visto che tempo che fa. sì, la trasmissione di fazio. io no. purtroppo. perché uno degli ospiti avrei proprio voluto starlo ad ascoltare. ma si può rimediare. io ancora non l'ho fatto. appena potrò, però, mi papperò l' intervista a micheal stipe, tratta direttamente dal sito del programma.

statemi bene.

sabato 27 ottobre 2007

epocale

la novità del norman.
che apre alle dieci e mezzo.
e chiude alle tre e mezzo.
perché dalle due in poi in discoteca non si possono più vendere alcolici, per legge.
e quindi, bisogna organizzarsi.
la fine di un'epoca, dice la patti.
più o meno.
in ogni caso, di buono c'è che in prima serata il norman si riempirà di concerti, spettacoli teatrali, installazioni, mostre e roba del genere.
e che prima di mezzanotte l'ingresso costerà 5 euro drink incluso.

e poi, ovunque voi siate, chiunque voi siate, leggete la strada di cormac mccarthy. il miglior romanzo che potreste aver letto negli ultimi tre anni almeno.

a buon rendere.

martedì 23 ottobre 2007

anarché?



arrestano cinque anarco-insurrezionalisti a perugia.

c'è di mezzo il pampa?

c'è di mezzo il meuri?

c'è di mezzo vinti?

c'è di mezzo la patrizi?

chi c'è di mezzo?

per favore, ditemelo.

ora si lavora. questi giorni, in un modo o nell'altro, si lavora parecchio.

meglio così.

state bene, eversivi

mercoledì 17 ottobre 2007

mal d'africa

molti lo sanno già. la povera briakella, a coronamento di un viaggio nato male (aereo perso e rimedio in extremis), è stata rapinata da una banda di tizi armati di bastoni e machete irrotti nel cuore della notte all'interno del posto in cui stava dormendo con i suoi compagni. minuti di terrore puro, ovviamente. la mia giornata, per il resto briosa, ne è per forza di cose sconvolta. adesso speriamo che la lascino tornare indietro nonostante le beghe col passaporto del suo amico. avremo di che abbracciarla.
ci auguriamo tutti che i turcomanni lascino in pace trippa e stern.
minchia.
stay to me well

venerdì 12 ottobre 2007

in arcobaleni


da l'altroieri il nuovo album dei radiohead è on-line. per il momento non c'è alternativa: si può ascoltare solo comprando il diritto a scaricarlo dal sito costruito apposta un paio di settimane fa. si chiama in rainbows, e chi l'ha sentito ne dice un gran bene. a me toccherà stasera, di ritorno da roma. vi farò sapere.

invece qui troverete il nuovo singolo dei subsonica. il disco uscirà - in forma canonica - a novembre. il 30 dello stesso mese la band torinese a cui tanto sono legati i ricordi di remoti mercoledì notte universitari al st. andrew's terrà un concerto al palalottomatica, a roma. sarà il caso di farci una capatina.


infine, oggi esce il primo cd/dvd dal vivo dei rem. dublino, 2005. fu un ottimo tour, l'ultimo. per fermare l'appetito in attesa del prossimo album, che arriverà tra qualche mese.

ora vedo che piove. parecchio.


sopravviveremo anche a questo.

giovedì 11 ottobre 2007

the picture of socialists

Ton****, dice Trippa, fa una vita insostenibile. Lavora anche dieci ore al giorno, artorna, cena e poi se mette a guardà la televisione o esce.
E dicendolo appare seriamente sconvolto. Io lo fisso perplesso. Questo grande grosso amico pieno di peluria fulva e la sua stramba idea di come dovrebbe rapportarsi l'uomo col lavoro, e più in genere con la vita intera. Non ha senso, mi spiega, ammazzarsi di lavoro. Meglio puntare sulla qualità che sulla quantità. Il che, detto da lui, fa effettivamente un certo effetto. Ma al di là delle facili ironie sul corpo di Trippa, a cui d'altronde non si potrebbe che voler un gran bene, è il Trippa-pensiero che fa riflettere. Forse influenzato da queste ciarle da autobus mattutino, forse dall'anniversario della morte del Furibondo Serna, ieri mi sono svegliato con un'incontenibile slancio anticapitalista. Per qualche istante, nel momento del trapasso dal dormiveglia alla prima torbida veglia, ho avuto la netta percezione di aver colto il nocciolo della questione. Il senso delle cose, quasi. Certo che sarebbe il caso di lavorare meno e guadagnare di più, in modo da poter passare il resto della giornata leggendo, andando a teatro o al cinema, o ascoltando musica, o a girar per musei, o incontrando persone, amici o nemici che siano, o giocando a pallone, o facendo qualsiasi cosa che possa arricchire il nostro essere uomini del ventunesimo secolo. Certo. E, qui sta il punto, certo che sarebbe possibile, se solo riuscissimo a metterci d'accordo in modo da dividere tra tutti quello che pochi signori si spartiscono lasciando invece agli altri nient'altro che briciole e fatica. Abituati come siamo a quel che c'è toccato, tendiamo a non renderci conto che lo status quo non è né scontato né naturale. Anzi, a ben vedere appare piuttosto irragionevole. Ho scoperto, ieri mattina, che ci vorrebbe il socialismo. Ma lasciate perdere il marxismo, mettete da parte Markuse, non date troppa retta a Gramsci. Io - e ieri me lo sono semplicemente ricordato - sto con Wilde, il mio caro Oscar, il miglior socialista che abbia mai conosciuto. Leggetevi piuttosto il suo "L'anima dell'uomo sotto il socialismo", e ci capiremo benissimo. Il socialismo come presupposto dell'apoteosi individualistica, dio mio, certo, è così, come potevo averlo trascurato. E allora oggi stesso andiamoci a prendere ciò che ci spetta.
Fiori in spalla, compagni, amici, seguitemi verso la luna.

martedì 9 ottobre 2007

de tu querida presencia

avevo tredici anni, e camminando tra le bancarelle dell'attesissima fiera del 3 luglio, ammassate lungo le strade di ponte valleceppi, decisi di investire il mio modico budget in una maglietta bianca con su stampata, in nero, la faccia di un tizio barbuto, capellone e dallo sguardo profondo e vagamente incazzato. non sapevo esattamente chi fosse. quel che sapevo era che doveva avere a che fare con quello che negli anni successivi ero sicuramente destinato a pensare e per certi versi a essere. qualche tempo dopo, facevo il secondo liceo (scientifico, capiamoci), rifiutai più volte di scambiare quella maglietta con un'altra, recante la stessa effigie, ma colorata. a propormi il baratto era stato uno dei leader del movimento trasversale sinistrorso-zeccofilo del galilei, che poi sarebbe diventato mio ottimo amico. disse che di magliette del genere, bianche e nere, se ne trovavano pochissime. e allora me la tengo io, pensai. durò parecchio, quella t-shirt, almeno per tutti gli anni del liceo. poi dovetti arrendermi alle decine di buchi che la stavano trasformando in una specie di paesaggio lunare su stoffa. non m'arresi a separarmene per sempre, però, e l'appesi, come un trofeo di guerra, alla parete su cui s'appoggiava la testa del mio letto, non lontano da un enorme adesivo nerazzurro rappresentante il retro della maglia di paul ince. pietre miliari in rassegna, insomma. oggi, che mia sorella compie quarantadue anni, cadono i quaranta dalla morte di quel tizio barbuto, capellone e dallo sguardo profondo e vagamente incazzato. poca retorica, mi (a me stesso) raccomando. e nessuna analisi. però - e come potrebbe essere altrimenti? -, hasta siempre comandante.

mercoledì 3 ottobre 2007

noci

non pensavo fosse passato tanto tempo dall'ultimo post. complici forse i due soli commenti in calce. vergogna! e onore e merito alla patrizia.
detto questo, la mia scorpacciata romana sta per concludersi. dopodomani, dopo quasi due settimane, tornerò a perugia. giusto in tempo per salutare briakella che va in malawi, a trovare la cecilia. nel frattempo in queste ore dovrebbe atterrare (faticosamente, immagino, ma meno di quanto deve essergli costato il decollo) l'aereo deputato a riportare a casa trippa, dall'ucraina dei lucarelli e delle badanti. nel mondo stanno succedendo alcune cose interessanti, su cui però preferisco sorvolare, al meno per il momento (i radiohead, per esempio... ma se volete date un'occhiata al link qui a fianco).
ieri focaia m'ha raccontato la sua delusione per essersi reso conto di non possedere uno schiaccianoci dopo aver comprato - indovinate un po' - delle noci. comprensibile. poi m'ha chiesto del chino. si vede che me vole bene.
altro? direi di no. anzi, solo una cosa. mi dispiace per gli orsacchioni. molto. un po' meno, onestamente, per le capre ripiene al veleno.
adeu

venerdì 28 settembre 2007

Another brick

Giornata tranquilla, che si preannuncia di sole e pioggia. Tra qualche ora arriverà doctor Busti, spero esorcizzando la fase piovosa almeno da qui a lunedì.

Leggo della Birmania con una tenerezza mista a una preoccupante freddezza. Certe lontananze, certe ignoranze distillano senza giustificazione non dico il dolore, che è merce di alto valore e allora poco mercificabile, ma l'indignazione e l'empatia. Registro il fatto con disappunto.

Poi leggo della Ddr di diciotto anni fa, e lo faccio in un romanzo interminabile e a tratti inaccessibile che da qualche settimana mi accompagna, appollaiato per tutto il giorno sulla spalla come tutti i romanzi che si leggono, e che ho affrontato sostanzialmente per il puro gusto di calarmi in qualcosa di simile a quello in cui è immerso da un po' il nostro forse più grande injejer dei mulini a vento. Nonché per poter vantarmi con Trippa di aver letto "il romanzo dell'unificazione tedesca", come è stato definito da qualche critico ben pagato dalle case editrici che l'hanno pubblicato. La realtà, almeno rispetto alla prima argomentazione, è stata ben diversa, visto che la storia è fin'ora ambientata interamente tra Dresda e Altenburg, decisamente al di là del Muro. Ma - e sì, lo so, sto contravvenendo alla mia regola aurea, quella secondo la quale non parlo, mai mai mai, dei romanzi che ancora non ho finito di leggere - manca ancora parecchio, per cui non si sa mai che il mediocre protagonista di questo "Vite nuove" di Ingo Schulze (Feltrinelli, pagg. 576, 22 euro) prima o poi non finisca per fare una capatina ad Aurich o da quelle parti. Vi farò sapere. (Ma vedete, per lo meno non esprimo giudizio alcuno)


Aufviedersen

martedì 25 settembre 2007

Europa connection

E giunse il giorno di adoperare questo riquadro malatamente luminoso per far da civetta a quanto altrove, dove le parole brillano di meno, accade.
Ricordate Trippa?
Ricordate il giornale in cui quest'estate ha fatto una sostituzione?
Ricordate Rutelli?
Bene.
Oggi, a pagina 12 - last but not least -, ci troverete un articolo scritto da me medesimo.
Parla di Wu Ming, copyleft e via discorrendo.
Il giornale, per chi non lo sapesse, è un quotidiano, e si chiama Europa.

Poi?
Poi, più o meno, basta. L'Inter malandata di questi tempi irrompe nei miei sogni sotto forma di patimento paterno; il mio nuovo coinquilino, l'agrigentino Alexander, è un ufficiale dell'esercito in servizio a Monte Mario; il prossimo fine settimana mi tratterrò nella Capitale, a ricevere la visita della mia donzella.

Può bastare. Per oggi.

venerdì 21 settembre 2007

Quando le finestre secernono (impunite)

Mentre il povero Fokaien ha a che fare con gatti e veterinari e Bozzi con ancor più melodrammatiche vicissitudini a sfondo canino, io vengo colto in piena testa da una scodellata di melmoso materiale non meglio identificato scagliato (con imperizia o mirata precisione?) da una finestra di via Isonzo proprio nel momento del mio passaggio al di lei di sotto. A un primo esame risulta che non dovrebbe trattarsi di sostanze fecali. Senza dubbio, però, sono organiche. Avanzi di battuto di cipolla? Resti di infusi eraboristici? Minestrone misto a segatura? In estrema sintesi, mi limiterei a dire cazzo.

E poi Perugia, che chissà cosa offrirà in questo weekend di trapasso dall'estate al presumibilmente tiepido autunno che verrà.

Per ora basta, che vado a controllare se la camicia accuratamente detersa, e ora appesa di là, a una delle finestre dell'aula-studio, s'è già asciugata.

take care (and onion too)

mercoledì 19 settembre 2007

Pesi e contrappesi

Metà settimana.
Serata Wu Ming molto soddisfacente.
Ancor più gli strangozzi del Civico 25, a seguire.
Wu Ming 1, fra l'altro, adora Paolo Vinti.

Il Chino ha segnato il suo primo gol e s'è prodotto in alcune delle sue magie.
Non c'è da stupirsene.

L'assenza di Focaia comincia a pesare.
Trippa pesa, e parecchio, già da molto.

Era giusto un saluto, come vedete.

Ma a presto.

lunedì 17 settembre 2007

Who Minch?

Poco da aggiungere.
Se non che stasera ci sono i WU MING.
A presentare MANITUANA.
Sala dei Notari, ore 21.
Coordino io.
Venite. Portate chiunque.
Bene.

venerdì 14 settembre 2007

Di Gino io mi fido un po' di più

Uno dei privilegi di continuare ad essere un collaboratore, pur distante, del Corriere dell'Umbria è avere l'opportunità, una volta ogni tanto, di intervistare gente in gamba. Attori, registi, cantanti, tipi del genere. L'altroieri, anzi martedì, m'è capitato di telefonare a Daniele Silvestri. Quattro e mezzo del pomeriggio, panchina di Villa Borghese, vento e sole tutto intorno. Io mi preparo, rileggo le domande, ripasso i gesti che mi consentiranno di non intrecciarmi mentre reggo cellulare, penna e foglietti, quando s'avvicina un omino. "Capo - mi fa -, ce deve rimané ancora molto su 'sta panchina?". "Beh - dico io -, insomma. Devo fare un'intervista. Almeno una ventina di minuti". "No, è che io e gli amici mia vorremmo fa' 'na partita a carte. E là ce sta er sole che ce batte proprio en testa", dice indicandomi un gruppetto di altri anziani al di là della piccola radura su cui s'affaccia la mia panchina. Sono in piedi, di fianco a un'altra panchina. Dietro di loro si intravede un tavolino. "Va bene - dico a questo punto -, mi sposto là, non c'è problema". "Grazie tante - mi fa lui -, ma stia attento a non prende troppo sole". Poi fa un cenno ai suoi compari - sono tre - e quelli sollevano il tavolino e lo portano all'ombra, insieme a un paio di sedie di legno. Appoggiati davanti alla mia vecchia panchina, formano una perfetta postazione da tressette. Quindi io mi vado a sedere sull'altra panchina, al sole, e chiamo. Effettivamente la conversazione con Silvestri dura una ventina di minuti. Inutile dirvi la soddisfazione, nove mesi dopo l'incontro fortuito dentro al bar del Testaccio. L'intervista, per la cronaca, è uscita il giorno dopo, mercoledì 12, sul Corriere dell'Umbria. Magari la pubblicherò anche qua. Intanto, domani c'è il concerto. E lunedì, due giorni dopo, Wu Ming. Accorrete numerosi.

lunedì 10 settembre 2007

Partitoclastia

Cosa serve per governare? "Basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione".
Chi è questo, Beppe Grillo? No...
Guglielmo Giannini.
Qualcuno se lo ricorda?

sabato 8 settembre 2007

Prima dell'America


Dunque, è ora di promuovere la nuova iniziativa di Banana Republic, e di precettare tutti quelli che il 17 settembre saranno a Perugia e dintorni. Quel giorno (è un lunedì) alla Sala dei Notari ci saranno i Wu Ming a presentare "Manituana", loro ultimo romanzo, storia degli albori della Rivouzione americana vista dalla parte degli indiani (o di alcuni di loro, perlomeno).
Si comincia intorno alle nove. Di sera, ovvio. Accorrete numerosi. Portate amici, parenti, chiunque. Non rimarranno delusi. A presto. E date un'occhiata ai siti qua sotto.



venerdì 7 settembre 2007

America

"Tu odi l'America, non è vero?" disse.
"Odiarla sarebbe stupido almeno quanto amarla," dissi.
"Non riesco a provare alcuna emozione: il terreno di per sè non mi interessa. Sono certo che si tratta di una grande lacuna nella mia personalità, ma non riesco a pensare in termini di confini. Per me quelle linee immaginarie non sono più reali degli elfi e dei folletti. Non posso credere che indichino veramente l'inizio o la fine di qualche cosa di importante per un essere umano. Le virtù e i vizi, il piacere e il dolore attraversano le frontiere a loro piacimento".

da "Madre notte", di Kurt Vonnegut

mercoledì 5 settembre 2007

stronzi e non


C'è questo professore di Stanford, dove insegna qualcosa che ha a che fare con il marketing, le risorse umane e roba del genere (le materie in assoluto più invise al forse più grande injejer dei mulini a vento), che ha scritto un manualetto su come difendersi dagli stronzi che imperversano nei nostri uffici, qulunque sia il nostro ambiente di lavoro. In America ha venduto parecchio, in Germania pure. Da noi non era scontato che andasse allo stesso modo. Invece sta andando molto molto forte. Il tizio si chiama Bob Sutton, il libro "Il metodo antistronzi", l'ha pubblicato la giovane casa editrice Elliot e nel complesso è una lettura divertente e per niente priva di fondamenti scientifici. Se conoscete qualcuno che subisce vessazioni e angherie varie al lavoro, per lo più da gente che non potrebbe definirsi altrimenti che stronza (chi ti umilia gratuitamente, chi infierisce quando sei in difficoltà, chi gode a vederti sudare freddo), consigliateglielo. Altrimenti, meglio per voi e per i vostri amici.


Questo è il sito del libro:

http://www.ilmetodoantistronzi.it/


Statemi bene.

lunedì 3 settembre 2007

Should I read or should I go

Joe Strummer era il cantante dei Clash. Ma la mia amica Mara, bella ed eccentrica comasca in Erasmus a Barcellona, non lo sapeva. Il caso volle che Strummer morì proprio quando noi eravamo a cazzeggiare in Catalogna. Poco prima del Natale 2002: "visto? E' morto Joe Strummer". Lei, stupita: "E come fai a conoscerlo?". Io, più di lei: "Beh, era il cantante dei Clash". Infine: "Ah. Io pensavo fosse uno di Lomazzo".
Lomazzo, per chi non lo sapesse, è un paese non lontano da Como. La povera Mara aveva confuso Strummer chissà con chi. Ma la storiella, in sé vagamente divertente, è solo la premessa di quanto ho intenzione di raccontarvi. Fate qualche passo avanti nel tempo, e arrivate a stamattina. Entrate idealmente in un treno che porta da Perugia a Roma, un treno in cui l'aria condizionata è troppo potente. Mettete che manchi una mezz'oretta all'arrivo, e che il tizio seduto sul sedile di fronte al vostro sia un nanerottolo pelato e occhialuto con in mano un libro dalla copertina nera. Il nanerottolo sta leggendo questo romanzo che si chiama "Let it be", giallo ambientato nella provincia brianzola e scritto da tale Paolo Grugni che gli ha consigliato una collega giornalista. A un certo punto, tra una canzone e un'altra dei Beatles nel libro compare anche un accenno a Joe Strummer. Il protagonista racconta di fatti avvenuti nel dicembre del 2002, proprio il periodo in cui il punk-rocker tirò le cuoia (era il 22, per la precisione). Il nanerottolo che legge ricorda subito l'episodio di Barcellona. Tanto più che le storie di ammazzamenti e cazzi vari narrate nel romanzo si svolgono proprio a due passi dal Comasco e da tutta l'ambientazione dei primi venticinque anni di vita di Mara, microcosmo in cui per lei doveva risolversi la maggior parte degli avvenimenti notevoli di interesse per l'Uomo (muore Strummer, quello di Lomazzo, e il semi-sconosciuto perugino che mi sta davanti lo viene a sapere). Insomma, il nanerottolo si imbatte in una sfumatura evocativa che per un istante lo riporta indietro di cinque anni e in là di almeno un migliaio di chilometri. Poi, tempo un paio di pagine, ecco il colpo di scena. Il protagonista del romanzo, alla ricerca di una spiegazione per tutti i morti ammazzati che lo perseguitano da anni, sale in macchina e va a trovare gli eredi della pazzoide che ha vissuto per quasi un secolo nella villa in cui ora abita lui. E dove stanno, suddetti eredi? Ma a Lomazzo, ovviamente. Nelle trecento pagine precedenti, giova ricordarlo, il paese in questione non era stato citato nemmeno per sbaglio. Tutto qua. Io lo ritengo inquietante. Entro stasera finisco il libro e vi dico se per caso questo Joe Strummer di Lomazzo c'entra qualcosa cogli omicidi di Grugni.

venerdì 31 agosto 2007

Cineserie in prestito

Quest'uomo, il miglior calciatore che abbia indossato la maglia dell'Inter negli ultimi quindici anni dopo Ronaldo, da oggi giocherà col Torino. A questo punto corro a dare un'occhiata al calendario. A quando il derby della mole? Ci riaggiorniamo tra nove mesi, quando il Chino avrà segnato quindici gol salvando i granata da solo. Il cuore duole un po', ma gli occhi son pronti a farsi lustrare.

mercoledì 29 agosto 2007

Nuove onde

Qualche anno fa mi capitò di ascoltare alla Darsena il concerto di un gruppo che mi piacque molto. Tanto da comprarne al volo il cd. Un pampanellismo che al locale di Castiglion del Lago (dove sono fortemente intenzionato ad andare sabato prossimo, tenetevi pronti) è piuttosto solito. Focaia ricorderà con disappunto il suo coraggio nell'accaparrarsi l'album di non so quale songwriter americano capellone che da studio si rivelò una colossale pugnetta. Ma tant'è, a me il cd dei Daunbailò - nati dalle ceneri dei Mazapegul - non deluse affatto. Anzi. A distanza di qualche mese tornai ad ascoltarli, sempre alla Darsena. Il Meuri rimase ammaliato da una loro nuova canzone intitolata Cocomero. Eh? Ebbene, purtroppo da quel momento della band si persero le tracce. Ne ho ritrovate alcune un paio di mesi or sono. Un paio dei musicisti che componevano la fabbrica musicale da cui erano venuti fuori i Daunbailò (la storia è un po' complessa, la troverete facilmente cercando in rete) hanno messo su un nuovo gruppo. Insieme ad altra gente, ovviamente. Si chiama Jang Senato, ve ne avevo fatto cenno qualche post fa, negli ultimi mesi hanno vinto un sacco di premi, tra cui pure il De Andrè.
Sentite che bravi:

http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendID=142878397

adeu

domenica 26 agosto 2007

Parigi alla Pasqui va bene

Cominciamo dalla fine, o quasi. Colpa del blog, o mia che non so usarlo a dovere. Tenderei a mandarvi direttamente alle poche righe scritte in fondo al post, per poi dare un'occhiata alle foto. Ma in fondo, fate un po' come vi pare.
(Questo è Porto Selvaggio. Vi giuro che un quarto d'ora dopo la foto io ero in acqua)
Siamo di Serie A, Gaucci

Non volevo essere lì. Piovigginava, faceva freddo, e il pullmino che ci avrebbe riportato a valle dal picco su cui erano sparpagliati i ruderi di Rocca Calascio era guidato da un energumeno allampadato che prendeva i tornanti a settanta parlando al cellulare. Sulla stradina, chiaramente, non c'erano parapetti. Nel momento dello scatto avevo la certezza che sarei morto da lì a pochi minuti. La cosa divertiva molto Chiara

Io che faccio stretching per calmare i crampi ai quadricipiti femorali dopo aver sceso le ripidissime scale della torre di Santo Stefano. In quella gelateria ho mangiato un sublime gelato allo zafferano

La Busti col succo di frutta trafugato dal b&b

Campo Imperatore. Da qualche di queste parti il luogo di prigionia di Mussolini

Santo Stefano di Sessania visto dall'alto della sua torre trecentesca


e così, dopo il forse più grande injejer dei mulini a vento, anche la pasqui se ne va oltralpe. un po' meno oltre, a dir la verità. parigi non è esattamente aurich, temo, anche se l'immagine di forfecchia in lapponia intento a spiegare perché sostituire le pale dei mulini con degli accrocchi di corna d'alce non è poi una grande idea mi fa sospettare che il nostro abbia scelto uno dei lavori più belli del mondo. comunque, dicevamo, la cara ginger pasqui va a curare parigini per qualche mese, svernerà a montmartre e a marzo sarà di nuovo tra noi. d'altronde, l'avevamo capito, questa è una stagione di inquiete dislocazioni, fra un po' metteremo tutto al setaccio e vedremo cosà sarà rimasto dopo la temperie.
da domani, invece, io me ne torno a roma, a esercitare la libera professione e a consumare suole e sanpietrini.
mi congedo con qualche foto del mio agosto itinerante.
stateme bbuono

mercoledì 22 agosto 2007

Pasticciotto non andare via


torno con tosse e raffreddore, ma oramai i miei malanni sono solo noiosa normalità. e poi il salento è sempre bello, e sempre ovunque. basta guardarsi intorno: non so se oggi, domani o venerdì a perugia inizierà un festival interamente dedicato al tacco a spillo d'italia (o alla coda del cagnolino che nella penisola ho da sempre visto io). pizzica qua, pizzica là, e poi pasticciotti, rustici, calzoni, e moniceddhe (pronunciate l'ultimo dittongo come un "ggie", sarà la cosa più vicina alla correttezza fonetica), ovvero lumache di terra su cui certi paesini pontificano assai. la prima sera c'è toccata proprio la relativa sagra, in quel di cannole. una cosa seria: tre palchi, spazio enorme, migliaia di persone affollate a mangiare, ballare e cantare. nella mia bocca sono finite prima quattro o cinque lumache, poi un paio di pezzetti di cavallo in umido. accettabile, se non moralmente almeno gastronomicamente, il cavallo, impossibili le lumache. e dire che le piccole dimensioni e il sughino in cui erano annegate m'avevano incoraggiato, io che amo le lumachine di mare. ma se volete un consiglio, non provate mai a mangiare uno di quegli affari. il sole mai c'ha abbandonato, e il mare se n'è rimasto limpido a farsi perlustrare dai nostri occhi blindati da maschere subbaqque, mentre i denti stringevano innaturalmente vecchi boccagli di plastica e gomma. molti pesci, laggiù, e io mi sono scoperto piccolo snorky. bellissimi gli olivi e gli oliveti, bellissimi i muretti a secco, divertente il pomeriggio passato sulla spiaggia gay di gallipoli, piacevole il concentro del maestro in una splendida masseria fortificata (pure lei, guarda caso, a cannole). prima di ciò, l'abruzzo, coi suoi monti e i suoi montani borghi. uno di questi si candida come borgopiùbellomaivistodadozzini. santo stefano di sessania. segnatevi questo nome. meno di mezz'ora da l'aquila, tredici chilometri da campo imperatore, dove a dispetto della sbiadita pagina di storia che lo rese teatro d'eccezione una sessantina d'anni fa oggi l'attrazione maggiore sono le vacche scampananti e le ricotte fumanti che i pastori tirano fuori dal loro latte. altra annotazione abruzzese: arrosticini, sorprendentemente fenomenali. io, che l'agnello non lo annuso nemmeno, posso dirlo ben forte.
ora basta.
stanco della luce malata di quest'aggeggio.
ci vediamo una di queste sere, ché per roma riparto lunedì.
bacieabbracci
(ma ho scoperto che il solito concertone della festa dell'unità di pian di massiano lo farà la bandabardò; il 6 settembre, che purtroppo è un giovedì)

martedì 7 agosto 2007

f d

non ho ben capito se il nuovo album di ben harper è uscito anche in italia. ne dicono male. male il singolo non è, però. ne riparleremo a breve.
don gelmini, invece. qualcuno s'è lasciato scappare che il re è nudo. mmah.
le vacanze, quelle fatte di partenza-nuovi letti-panini-scoperte-vuoti-relax e tutto il resto, si avvicinano. dopodomani, via per il salento, con l'abruzzo di mezzo. dopo quattro anni lascio l'agosto perugino e il suo malinconico pallore. e proprio per tornare nella terra del sole, del mare e dellu ientu. bene.
io, volevo dire, mi congedo.
ah, e voi volete sapere cosa mi porto da leggere? io ve lo dico:
ogni cosa è illuminata - j.safran foer
caos calmo - sandro veronesi
avevo vent'anni - enrico franceschini
let it be - paolo grugni
vi saprò ridire quanti ne avrò letti effettivamente.
ora adeu.
take care

lunedì 30 luglio 2007

Feudi

Il Partito, a Perugia, sforna una classe dirigente imbarazzante.
E noi, noi-l'intellighenzia? Noi, dio mio.
Roma, di contro, è più nevrotica e, per forza, meno accartocciata. Funziona per feudi intellettualculturali che raramente si aprono alle distese circostanti. Da qui a capirla, per quel che mi riguarda, ovviamente ce ne corre. So solo che fa caldo, e che non rimane altro che aspettare che il caldo passi, e che le meningi si raffreddino.
Intanto, guardiamoci 'sta roba qua:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Le-voci-della-strage/1700988&ref=hpstr1


tAkE cArE

venerdì 27 luglio 2007

o fado

E' un blog che manca quasi totalmente di empatia, questo. Sarà l'autore, troppo autoreferenziale, ma mi sembra null'altro che un piccolo ecosistema monadico di poco conto.
In ogni caso, come spesso accade di venerdì, lancio qualche spunto per il fin de semana (e non "qualche offesa al cantinero", come cantavano gli 883 ad avviso del biondo amico iacopaaa una quindicina d'anni fa). festival del fado in centro, stasera e domani. arvolt'lo alla festa dell'unità di ponte valleceppi, sempre e comunque. varie ed eventuali. personalmente, stasera dubito di voler programmare alcunché. eventualmente mi sentirete o vedrete comparire all'improvviso, immagino. domani, invece, programmeremo, sì.

e pillole:

caso unipol: che la giunta conceda l'autorizzazione;

caso chivu: peccato, il presuntuoso nano romeno valeva al massimo un ottavo di quanto è stato pagato;

casomai: ciao

lunedì 23 luglio 2007

figlio di dio

la vita è strana, e non c'è certo bisogno che ve lo ricordi io. però non smettono mai di arrivare conferme. molti di voi ricorderanno la storia del figlio di dio. forse ne ho parlato anche nel mio vecchio blog. io che vado a trovare l'imam della moschea di ponte felcino per scrivere qualcosa sul giornale dell'umbria, lui che mi spiega, mi racconta, e mi dice che ne pensa dei cristiani, pii illusi di esser devoti a un uomo eccezionalmente coinciso col figlio di dio in terra. "il figlio di dio, dai", mi diceva il simpatico tarullotto marocchino a piedi scalzi con cui mi ritrovavo a parlare in quel locale al piano terra del palazzo della usl, non lontano da casa di mr balcano. la storia girò tra i miei amici e i miei parenti, tanto era esilarante. come s'è già capito, quell'imam è lo stesso che è finito in manette sabato scorso, con l'accusa di aver costituito al ponte de trippa e de take onion nientemeno che una cellula terroristica. nel merito non entro. le indagini sono state lunghe e complesse, credo, per cui non potrei che essere riduttivo (come non ha mancato di essere la maggior parte dei media italiani, nazionali e locali). dico solo che la mia singolare esperienza di qualche anno fa mi ha consentito di scrivere un articolo che è stato pubblicato nientepopodimeno sull'unità, con tanto di richiamo in prima pagina. giusto in tempo prima della nascita del pd. che debba prenderlo come un segno del da me tanto vituperato destino? certo che no. e oggi si ricomincia a roma, bollente, ardente e stralunata com'è di questi tempi.

venerdì 20 luglio 2007

radio clandestina

brevemente. per questo fine settimana ho due obiettivi di fondo. il primo è incarnato dal triangolo della faccia di ascanio celestini, che come ormai sappiamo tutti benissimo domani sarà di scena a todi, in piazza, per il todi festival. il prezzo del biglietto credo oscilli tra i 10 e i 15 euro. a meno che tra noi non ci sia qualche under 25. qualcuno, o meglio qualcuna, in effetti, potrebbe taroccare tranquillamente (penso alla giulia, o alla claudia, per esempio). in ogni caso, se volete potete dare un'occhiata al sito. eccolo qua.
l'altro obiettivo, di gran lunga più importante, è un arvoltolo, rigorosamente salato, alla festa dell'unità del ponte mio. fra stasera e domenica gli toccherà. fra l'altro ci sono in circolazione cuginandia e andrea, che reclamano la nostra compagnia.
ieri sera, infine, serata a frascati con focaia a fare gli onori di casa, nasic e trippa. il nostro caro amico giornalista balcano ha fatto uno show dei suoi. protagonista, ovviamente, il cibo. a viva voce i dettagli. sconcertante, invece, la reazione dell'injejer di fronte al conto che il camerier aveva affidato nelle sue mani. apre la ricevuta, ruota la lingua contro la guancia, e assume un'espressione soddisfatta dicendo "ah, va beh, poco". avevamo mangiato due iperantipasti in quattro, una gricia ciascuno e tracannato due bottiglie di vino. "quanto?", chiediamo allora in coro. "cento", dice lui. venticinque a testa. poco, a suo parere. ecco cosa vuol dire assumere uno status da injejer teutonico.

giovedì 19 luglio 2007

Poi arrivò il mattino

caterina bueno era una musicista, e prima ancora una filologa musicale. cantava la tradizione popolare toscana, tra gli addetti ai lavori godeva di grande stima. aveva poco più di sessant'anni, ed è morta l'altroieri o giù di lì. io non l'ho mai sentita cantare, nè suonare. non l'avevo mai vista neanche in foto, fino a qualche minuto fa. eppure la conoscevo benissimo. leggere della sua morte, nell'ultima riga dell'articolo di mura sul tour, sulla repubblica di ieri, m'ha sconquassato un po'. un senso di lancinante, metallica tristezza. e certo che in fin dei conti non c'entrava niente, la sua morte, col mio dolore. non c'entrava come non possono aver nulla a che fare tra loro due cose di una sostanza tanto differente. quando muore una persona, cosa può entrarci una canzone? eppure è così, ascoltare quella canzone, ora, non sarà più la stessa cosa.

devi rischiare la notte, il vino e la malinconia,
la solitudine e le valigie di un amore che vola via

mercoledì 18 luglio 2007

il papa mazzola...

dunque ascanio celestini sarà a todi sabato prossimo. rimane un'idea, no? trippa, che quello stesso giorno compirà 29 anni vissuti all'insegna del cibo, ha infine deciso di snobbare l'ipotesi di festeggiare domenica insieme a noi con una gita alle pozze di cantiano o al mare. giustamente, si dedica a sternardi, e abbandona perugia e i perugini per il weekend. altra cosa che volevo dirvi. giovedì prossimo, non domani ma il 26, alla festa dell'unità del ponte mio ci sarà andrea rivera. evento, direi. voi che potrete (io mangerò pasta al pomodoro e tocchi di formaggio a roma), gitece.
poi succede poco. la malasanità, che poi non è altro che un'espressione della malapubblicamministrazione, non si manifesta in forme che ci stupiscano più di tanto. ovviamente fa un po' impressione vedere il nome di perugia campeggiare per ore in cima alla home di repubblica.it, ma a parte questo aspettiamo ulteriori elementi per valutare.
e se vorrete mai mangiare al testaccio evitate agustarello. non è un granché.
bene.
ciao

lunedì 16 luglio 2007

fiastra

arrivi in questo posto che sono quasi le dieci di sera. l'orizzonte, sopra le gobbe scure dei monti, è tutto un rincorrersi di sfumature che vanno dal rosa al blu. a far notte completamente ci mette poco, qualche decina di minuti. gli altri, quelli che sono qui già da metà pomeriggio, hanno sistemato le tende, imbandito la tavola, preparato il barbecue. c'è un po' di venticello, meno di quanto non fosse fino a poco prima, ti assicurano. comincia così. continua con salsicce e puntarelle alla brace mangiate con le mani e vino rosso trangugiato al buio. con caffè bevuti in due sorsi, limoncelli e montenegro, con qualcuno che fuma, qualcuno che no. poi occorre pensare alla tenda, alla tua tenda, quella che al momento se ne sta stipata in una specie di sacca da tennis. e allora tu ti limiti a capire da che verso cominciare, dopo un rompicapo sulle istruzioni durato mezz'ora, lasciando agli altri il lavoro pratico, che tanto mica ti riuscirebbe bene. quando la tenda è finalmente in piedi, enorme, come una basilica laica di tela, è quasi mezzanotte, e fa un freddo non più sostenibile. tutti dentro, allora, nell'anticamera della nuova tenda, a continuare a bere, e fumare, e a parlare di egizi, anima e cazzate. vai a letto che sono quasi le tre, e si gela, letteralmente. ti infili sotto il sacco a pelo che ti fa da coperta, con addosso t-shirt, maglietta, felpetta e calzini. non puoi credere che il tuo naso sia davvero così freddo, a metà luglio, a queste latitudini. intorno a te dei perugini involuti suonano i bonghi e urlano e non danno l'impressione di voler smettere prima dell'alba. in realtà si fermano piuttosto presto. allora tu, incredibile, riesci ad addormentarti. stai scomodo, hai freddo, c'è luce e rumore, ma tu dormi. il fatto surreale è che un secondo dopo, apparentemente, ti svegli boccheggiando, e sei costretto a toglierti di dosso tutti i vestiti che puoi. rimani in maglietta e mutande, e fatichi a respirare. accendi il cellulare, e sono solo le 7.40. pensi che preferiresti morire. però, contro ogni logica, ti ristendi con la testa dove prima c'erano i piedi, e dormi altra mezz'ora. poi ti svegli di nuovo, stavolta, lo capisci subito, per non riaddormentarti più. infili i pantaloni corti, controlli che la tua compagna di sonno non sia soffocata ed esci. lo scenario è notevole. tiri fuori una sedia di plastica dall'anticamera della tenda e la metti fuori, sul prato, all'ombra. decidi di contemplare un po'. i monti, il cielo, lo spicchio di lago che intravedi. il bambino di mezzo metro che poco più in là cade di lato con la testa dentro al secchiello. arriva un cane gigante, nero, a pelo corto. ti annusa e quasi non ti spaventa. ti chiedi quale sia stato l'attimo esatto in cui la temperatura sia passata da cinque a trentacinque gradi. la cosa ti sconvolge e ti affascina. stavolta, per lo meno, il barrista non c'eva la bamba. e nonostante tutto, riesci a non sentirti male. esperienze del genere, quelle che cozzano con ogni parvenza di ragionevolezza, ogni tanto vanno fatte. se non altro per poterle raccontare. ma ora, testaccio. in attesa di sentirmi dire da nasic che una di queste sera ci porterà a mangiare ali castelli, dal buon vecchio injejer.

giovedì 12 luglio 2007

la musica è dei poveri

la musica è dei poveri? secondo i mercanti di liquore, troppo dimenticata band folk-rock lumbard, sì. secondo me, ovviamente, dipende. giusto stamattina, guardando passarmi davanti una giovane madre rom col suo bambino di un anno in braccio, pensavo che i figli dei poveri si somigliano tutti. ma non perchè sono sporchi, o magri, o per i cenci che portano addosso. è quell'espressione da adulto che ha già capito di essere stato inculato dalla vita, per quelle smorfie che non hanno nulla di infantile, per quella loro bruttezza che ti mette a disagio. cuccioli zingari, cuccioli boliviani, cuccioli cinesi. forse no, la musica non sempre è dei poveri. approfitto per salutare go, a cui non posso inviare sms per questioni indipendenti dalla mia volontà.
domani a perugia.
poi chissà.

martedì 10 luglio 2007

As time goes by

Il tempo passa. Il passatempo resta. Un po' trascurato, a ben vedere. Per forza.
Io, per dire, leggo Jules e Jim.
Ascolto Artemoltobuffa.
Mangio essenzialmente pasta col pomodoro e formaggio.
Incontro Trippa.
Ormai più di rado Nasic.
Medito sul mio futuro. Il lavoro, sì.
A Roma si respira. E' una notizia.
Dalla finestra, alla mia sinistra, la strada borbotta. Oltre, le fauci di due cassonetti indifferenziati nuovi di zecca. Materiali non riciclabili e scarti alimentari. Presto ci finiranno le due banane che ho dimenticato nel frigorifero dell'ufficio dieci giorni fa.
Resta il passatempo. Il tempo passerà.

giovedì 5 luglio 2007

R.E.M. Dublin 30th June 07 Until the Day Is Done

Stasera l'ultimo dei cinque concerti di Dublino. Prove pubbliche per le canzoni del nuovo album. Io ho voluto ascoltare solo questa. Sennò che gusto c'è ad aspettare? Comunque, è bella. Just enjoy it

mercoledì 4 luglio 2007

lombrosianamente

per sabato prossimo ho la mezza idea di andare alla darsena ad ascoltare questi qua http://www.myspace.com/duolombroso
certo, c'è umbria jazz. e c'è pure il festival di spoleto. potrei lavorare, innanzitutto. o potrei addirittura preferire di rimanere dalle nostre parti. il meuri mi insulterà, "ma come se fa a volè gì a rinchiudese in quel buco sul lago quando c'è umbria jazz? me sa che dozzini è fuso". la chiara forse si opporrà. focaia magari sorriderà piegando di lato la sua capoccia scintillante e stringerà la sua boccuccia in un sorriso ammiccante che significa "andamo a prendece un mojito?". chissà. in fondo se questo vento non smette di soffiare è probabile che la riva di castiglione del lago venga sommersa da un'onda anomale entro le prossime sette ore. in tal caso temo che il problema non si porrebbe.
sempre sabato, ma nel pomeriggio, a spoleto c'è il processo a orwell. sapete, i grandi processi, quegli spettacoli in cui giuristi di fama conclamata giocano a fare le parti in un giudizio virtuale avente come imputato un grande personaggio della storia. uno fa il pm, uno l'avvocato difensore, uno il giudice. poi c'è il pubblico che con le sue palline da ping pong colorate (tipo forum, sì) può esprimere il proprio parere, salvando o condannando il tizio in questione. ebbene, stavolta c'è orwell. se ci riesco mi ci faccio mandare dal corriere. altrimenti c'è caso che ci vada pure per mio conto. vedremo.
oggi, e qui chiudo, sono stato a urbino per chiudere definitivamente il capitolo master. dovevo consegnare e discutere una farsesca tesina di dieci cartelle sull'esperienza del mio stage in vivalibri. in realtà si trattava dell'occasione per rivedere quasi tutti i miei vecchi compagni di corso. più de 'n'emozione, direbbe go. ovviamente c'era un tempo balordissimo, come a urbino non può fare a meno di succedere. ma la crescia mangiata al ragno d'oro (eh, pampa?) non era affatto male.
bene.
vado.
take care

lunedì 2 luglio 2007

il ragazzo

il ragazzo è lento, si sa. era lento da piccolo, quando sperava che dipendesse dai tanti chili di ciccia in eccesso che portava in giro per ponte valleceppi e dintorni. è rimasto lento, con grande disappunto, anche quando quella ciccia l'ha persa, poco più di mezza vita fa. giunto alla soglia dei trent'anni ha diradato notevolmente le proprie apparizioni sui campi di calcetto, e pure quelle sui campi di calciotto, e pure quelle - mai state frequenti - sulla lingua di terra del percorso verde del suddetto ponte. quindi, giocando poco, gioca sempre peggio. e soprattuto è sempre più lento. il ragazzo ne prende atto con dolore. immagina le scene della sua ultima partita e si vede inchiodato, macchinoso, degradato. si sforza e riesce a conservare negli occhi solo il colpo di classe con cui ha colto una traversa molto vicina al palo agli albori dell'incontro, e l'epica scivolata con cui è riuscito a impedire al suo vecchio vicecapitano di pareggiare i conti quando mancavano pochi istanti alla fine. per il resto, nonostante gli acciacchi del giorno dopo, guarda oltre. fuori dalla finestra un cielo stitico di pioggia, e una roma scocciata dal lunedì che le lascia alle spalle il lungo weekend dei santi pietro e paolo. nel frattempo, sorprendentemente, è luglio. qualcosa di nuovo, presto, dovrà per forza accadere.

giovedì 28 giugno 2007

Rockin' Umbria

Giova ricordare.
Purtroppo non in piazza San Francesco, ma al parco Ranieri, stasera Umbertide ospita la prima serata di Rockin' Umbria 2007. Marlene Kuntz e Jon Spencer.
Domani Perturbazione, e un paio di band di Chicago.
Ci vedremo lì.

mercoledì 27 giugno 2007

La Mutua

Questa va raccontata. Nell'autunno del 2002 presi un aereo per Barcellona insieme al mio caro amico Teddy. Io me ne andavo in Erasmus, lui m'accompagnava. Come i molti di voi che hanno vissuto per un periodo medio-lungo all'estero sanno, in questi casi occorre informare le autorità sanitarie, in modo da poter usufruire di una copertura nel Paese straniero in cui si soggiornerà. Bene. Io, ovviamente, lo feci. Per fortuna non ebbi bisogno di alcuna cura. Poi, ahimé, tornai in patria. Tra alterne vicende mi sono trascinato fino al giorno d'oggi, ammalandomi piuttosto spesso e rivolgendomi ogni tanto al mio medico di condotta. Inoltre poco più di un paio d'anni fa è arrivata doctor Busti, che da quel momento è il mio referente medico esclusivo. Più o meno un anno orsono, intanto, il mio vecchio amico Nasic ha deciso di mollare la poco redditizia carriera forense per farsi assumere dai lanzichenecchi della Deutsche Bank. Il giorno successivo alla sua assunzione lo stesso Nasic ha cominciato a tartassare tutti i suoi conoscenti pregandoli di aprire un conto con la sua banca. Fin qui nulla di male. Né di troppo interessante. Ma il caso ha voluto che pochi mesi dopo l'ingresso di Nasic nel plumbeo mondo bancario io e lui ci siamo ritrovati insieme a Roma. Spaghetto dopo spaghetto, la sua corte è proseguita. Il guaio è che per aprire un conto corrente non basta la buona volontà, e non bastano nemmeno i soldi. Occorre qualcosa che io - chissà perché - non ho mai avuto. Vale a dire la nuova fulgida tessera sanitaria magnetica, che in sé riporta anche il codice fiscale (il quale, va da sè, mi si stritolò in mille pezzi pochi mesi dopo che ne ebbi preso possesso). Quindi ho potuto respingere le avances di Nasic con una certa facilità. Niente tessera, niente conto. Poi, per una serie di vicissitudini che non sto a raccontarvi, ho deciso di aprirlo, questo conto. E di informarmi sulla storia della tessera. Dato che all'agenzia delle entrate di Perugia si guardano bene dal rispondere al telefono, ho demandato alla mia scaltra e efficiente sorella di sondare il terreno in loco. Pochi minuti fa, la cara Nazy mi chiama svelandomi l'arcano. A partire dal settembre 2002 io per il sistema sanitario nazionale italiano non esisto più. Forse avrei dovuto avvertirli del mio ritorno da Barcellona, forse no, fatto sta che per più di quattro anni non ho avuto il diritto di ricevere cure più o meno gratuite dal mio Stato. A questo punto il mistero è come abbia fatto il medico di famiglia a segnarmi le ricette e le richieste di visite specialistiche. Mmma. Comunque domani my wonder sister risolve tutto, e io potrò finalmente diventare un cliente Deutsch Bank, al pari del lungimirante Forfecchia, che aprì il conto in tempi non sospetti, molto prima di convolare a giuste nozze con i Mulini a vento di Brema. Ora pranzo. Potrei ripetere l'esperienza di ieri: insalata di farro per nutrire la mia coscienza, ciambella per sfamare la mia gioia di vivere.

take care

martedì 26 giugno 2007

Umbria e libertà

Fò come Trippa, e cito l'Ansa. Guardate un po' che meraviglia:

(ANSA) - PERUGIA, 26 GIU - Si svolgera' a Montone dal 4 all' 8 luglio l'11/a edizione di ''Umbria film festival''. L'ospite d'onore e' Ken Loach, che sara' presente alla proiezione de 'Il vento che accarezza l'erba' e ricevera' le chiavi della citta' dal sindaco. Tra gli ospiti invece abituali del festival, presente anche questa volta Terry Gilliam, che ha regalato agli organizzatori l'immagine utilizzata per il manifesto ufficiale.

granada addio

ovviamente era ora di tornare a scrivere qualcosa. ma quando sono a perugia non riesco ad aver voglia di mettermi davanti al computer. lo faccio comunque, ma mi limito.
va beh. a roma sono arrivato stamattina e non ieri, visto l'inferno scatenato dai pendolari che vogliono più treni e biglietti meno cari. nicchi, eh? qua c'è un'afa inenarrabile. e infatti non la narro. però forse occorre che sappiate che non riesco a respirare. siete miei amici, d'altronde.
poi eviterò, almeno per il momento, di cose serie. proprio non ce la faccio. sarà il ricordo della puzza immonda che emana da ogni strada romana. sarà il brodo in cui sta macerando il mio cervello. non ce la faccio. saviano, de cataldo, uolter, non ce la faccio. mi limito a comunicarvi una notizia di carattere personale. salta anche per me e boosta la vacanza andalusa. abbiamo fatto i conti routard e web alla mano, a abbiamo capito che non ce la possiamo permettere. io, in particolare, non me la posso permettere. quindi vedremo di ricavare il minor danno possibile dalla ryanair (rimborso o permuta in altri voli per weekend lungo autunnale, magari dall'injejer?) e vireremo su qualcosa di più abbordabile. tipo salento. eh, sì. vamos a ver.
ora a lavorar

mercoledì 20 giugno 2007

Se adesso te ne vai



Comincia con una storia di Camorra nella campagna casertana, anno 1982. Prosegue in Sicilia, e poi ai Parioli, qualche centinaio di metri in linea d'aria da dove sto scrivendo queste poche righe. E' il nuovo romanzo di Giancarlo De Cataldo, gemello siamese di Massimo, quello di "Romanzo criminale". Si chiama "Nelle mani giuste", e se non fossi solo a metà di pagina 40 vi racconterei di più. Però le aspettative sono tante, anche perché pur essendo narrativa si tratta di questioni cruciali della storia recente d'Italia - la stagione delle stragi di mafia e della gettata delle fondamenta della Seconda Repubblica - filtrate dagli occhi e dalla penna di uno che prima di essere uno scrittore è un magistrato, e per l'esattezza giudice di Corte d'Assise. Venerdì prossimo, dopodomani, De Cataldo presenterà il suo libro a Perugia, grazie alla connection Banana Republic-assessorato alla Cultura. L'appuntamento è per le nove di sera sulla piazzetta di fronte a Palazzo Penna. Bel posto, oltretutto. Con lui ci saranno Giuliano Giubilei e Sergio Sottani, pure lui magistrato (è sostituto procuratore alla Procura generale perugina) e scrittore (è autore di "Backstage", scritto a tre mani con l'altro pm Alessandro Cannevale e Massimo Carloni). Immagino che sarà molto interessante. Nel libro oltre alle speculazioni narrative ce ne sono alcune di carattere storico e molti fatti che somigliano parecchio a piccole verità svelate. Accorrete numerosi, insomma.

lunedì 18 giugno 2007

piedi di porco, parole sante

[...]
IL mandriano socchiuse gli occhi con aria professionale. E' un maiale dimontagna che viene dal nord della regione. Ne avete mai visto uno?
No.
Ha il piede come quello di un mulo.
Volete dire che non ha lo zoccolo fesso?
Niente fessura, già.
Io non l'ho mai visto, un maiale del genere, disse Holme.
La cosa non mi sorprende, commentò il mandriano. Ma potete vederne uno adesso, se vi interessa.
Mi piacerebbe, disse Holme.
Il mandriano cambiò di nuovo appoggio all'asta. Sembrerebbe che questo non sia d'accordo con la bibbia, che ne dite?
Di che cosa?
Di quei maiali. Del fatto che sono animali impuri proprio perché hanno il piede fesso.
Questa non l'ho mai sentita, disse Holme.
Io l'ho sentito predicare in un sermone, tempo fa. Da un tizio che la sapeva lunga sull'argomento. Disse che il diavolo aveva il piede come quello di un maiale. Sosteneva che questo era scritto nella bibbia, perciò immagino che sia vero.
Eh sì.
Diceva che per questo un ebreo non mangerebbe mai carne di porco.
Cos'è un ebreo?
Sono quel popolo antico di cui parla la bibbia. Ma questo non spiega la faccenda dei maiali piede di mulo, no? Cosa dobbiamo pensare?
Non lo so, rispose Holme. Cosa dobbiamo pensare?
Be', è un maiale o no? Stando alla bibbia.
Io direi che un maiale sarebbe un maiale anche se i piedi non li avesse proprio.
Sarei anch'io di quest'idea, disse il mandriano, perché se mai avesse i piedi ti aspetteresti che fossero piedi di maiale. E' come dire che se tu avessi un maiale senza testa sapresti comunque che è un maiale. Ma se ne vedessi uno andarsene in giro con una testa di mulo, rimarresti proprio senza parole.
E' vero, assentì Holme.
Sissignore. E' una cosa che fa pensare parecchio, a proposito della bibbia, e anche a proposito dei maiali, no?
Già, disse Holme.
Ho studiato parecchio la faccenda, ma non mi riesce di arrivare a una conclusione né in un senso né in un altro.
No.

Cormac McCarthy, "Outer dark" ("Il buio fuori")

sabato 16 giugno 2007

Vox populi o vox dei?

"Dunque: nè Dio, nè sentimenti popolari nella giurisprudenza, ma cultura. Diritto e cultura".
Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale

venerdì 15 giugno 2007

ammazza che ccardo

col caldo parlare di politica da fastidio. siamo in attesa di qualche fatto cruento, di quelli in cui la cronaca si fonde con la ragion di stato e con le colpe di stato. tipo genova. luglio 2001, ricordate? sei anni. adesso i poliziotti ammettono di aver fatto macelleria. "messicana". ma perché messicana? va beh. vedremo come va a finire. noi lo dicevamo che il re era nudo, già da prima. quindi, per il momento, fino a che nessuno paga, non cambia niente.
col caldo parlare di musica viene bene. ma non si può parlare solo di musica.
col caldo, sostanzialmente, viene sete.
(ma non si vede che da mesi, ormai, nel blog non scrivo più di notte?)

giovedì 14 giugno 2007

I don't want Clara to

Questo blog non ingrana. Potrei minacciarne immantinente la chiusura. Lo faccio? Lo faccio, eh.
Ieri presentato Rockin Umbria. Programma forte sul versante italiano, deboluccio sull'internazionale. Perturbazione, Marlene Kuntz e Verdena vanno bene. Meno coraggio di un anno fa, forse, quando pure i Non voglio che Clara (solo ora capisco che il nome significa: "Voglio solo Clara" e non "Non voglio che Clara faccia/dica/parli/ect...") annoiarono alcuni miei buoni amici. Sul lato estero, nessun grande nome. Non considererei tale John Spencer, che confesso di conoscere pochissimo. Però sono curioso di sentire le due band (o singers, non so) di Chicago. Che da qualche tempo ho eletto a mia città americana preferita, per aver dato i natali e molti fondali a Saul Bellow e Wilco. Ad Athens ci sono i Rem ma non arriverei a tanto (voglio dire, Athens!). Quindi ci toccherà proprio andare a Umbertide, almeno una sera o due.
E se mi comprassi un paio di scarpe, a distanza di quasi due anni dall'ultima volta in cui ho compiuto un atto del genere? Mia madre sarebbe contenta. Vedremo.
E se stasera andassi a mangiare ai Castelli con Nasic? Certo, Bozzi non potrebbe venire, visto che abita dalla parte opposta del mondo (non di Roma, Roma è lontana da dove abita lui).
E se stanotte avessi sognato Berlusconi dal vivo, e di dargli una pacca sulle spalle passandogli vicino, disprezzandolo?
Se non collezione almeno 5 commenti a questo post chiudo il blog.
V'ho avisato.

mercoledì 13 giugno 2007

Un (altro) americano a Roma


Villa Borghese all'ora di pranzo è piena di impiegati in pausa. Molti si portano il panierino da casa. Le vaschette di Philadelphia vuote accatastate vicino agli incarti dello yogurt stonano un po' con le loro cravatte scure e le loro camicie celesti. Alcuni se ti si siedono a fianco ti salutano, altri no. Nel complesso capisco di guardarli con compassione. Ma anche con una certa simpatia, lo giuro. Mentre non riesco a non odiarli quando si affastellano davanti ai banconi trasparenti zeppi di cotolette fredde e insalate di farro dei bar.

Poi.


Ieri sera sono stato alla Basilica di Massenzio, per il Festival delle Letterature. Prima volta quest'anno, prima volta in vita mia. Luogo meraviglioso, a un passo dal Colosseo. Ospiti della serata erano Roberto Calasso ed E.L.Doctorow, che lessi qualche anno fu su imbeccata del talent scout letterario Forfecchia, il quale aveva scovato qualche lusinghiero riferimento di Bellow in una quarta di copertina o in un'introduzione. Un riferimento ulteriore rispetto all'identità delle lettere finali dei due cognomi, mi pare di ricordare. Insomma lessi Doctorow, e nemmeno mi piacque un granchè. Però è stato impossibile non rimanergli affezionato. Così, ieri, sono andato, portandomi dietro Nasic. Maddalena Crippa leggeva un brano estratto dall'ultimo romanzo dello scrittore americano, "La marcia", alternandosi con le note di un piano ben suonato. Poi è arrivato lui, un po' zoppicante nei passi e nella voce. Un uomo bello, pelato con la barba brizzolata ma quasi bianca. Ha letto un altro suo testo, mentre la traduzione scorreva illegibile sul maxischermo dietro di lui. Diceva che uno scrittore da alla realtà valori che normalmente non le si conferiscono. Scrivendola la legge. Fa una magia. Nasic seguiva. Poi ci siamo sparati un gelato in via Cavour, e la notte ha preso il largo.

State bene

martedì 12 giugno 2007

so you want to be a rock and rolls tar

la giulia dice che era meglio l'altro, e sinceramente anch'io fatico ad abituarmi a tutti questi nuovi aggeggi che ho a disposizione. la veste minimalista di diablogando ormai mi calzava a pennello. comunque. comunque sabato scorso ho fatto il giurato a questo concorso musicale, al rockcastle. quattro band in gara per le due categorie: under 20 e 20/30 (anni, ovvio). si trattava della quarta e ultima serata eliminatoria prima della finalissima di sabato prossimo, che si svolgerà al frontone. tre band concorrevano per la categoria senior, una per la junior. ebbene, delle prime tre solo una aveva un accennato senso di esistere. proponendo qualcosa del tipo beastie boys de noantri. i ragazzini, invece, erano bravi. canzoni per niente scontate, buona tecnica, voce piena. un post-rock un po' grunge e un po' progressivo. si chiamano benders, immagino che ne sentiremo parlare in futuro. ma quello che volevo sottolineare, ora, è un dato comune a tutti e quattro i gruppi. pare che a nessun ragazzino che faccia parte di una rock band, oggi, venga in mente di scrivere, suonare e cantare canzoni in italiano. tre su quattro, sabato, avevano un repertorio interamente anglofono, gli altri non hanno resistito a ficcare stralci in inglese qua e là nel testo di una dei loro pezzi. io non approvo. che ragione c'è, dico io, di scrivere canzoni in inglese? più facile da masticare in un brano rock, sono d'accordo. ma è così inevitabile fare per forza le cose più facili, su questa tera? voi che ne dite?
take care

lunedì 11 giugno 2007

Telenovela piemontese

chi sarà mai quest'uomo

sabato 9 giugno 2007

Second Life

Si ricomincia. Con Celia Cruz e gli amici suoi che mi cantano Guantanamera nelle orecchie. Guantanamera. Che non significa "acchiappa 'na mela (al volo)". Ma "donna di Guantanamo". Pensa tu.
Accorrete numerosi. Per ora, tutto qua.