mercoledì 22 agosto 2007

Pasticciotto non andare via


torno con tosse e raffreddore, ma oramai i miei malanni sono solo noiosa normalità. e poi il salento è sempre bello, e sempre ovunque. basta guardarsi intorno: non so se oggi, domani o venerdì a perugia inizierà un festival interamente dedicato al tacco a spillo d'italia (o alla coda del cagnolino che nella penisola ho da sempre visto io). pizzica qua, pizzica là, e poi pasticciotti, rustici, calzoni, e moniceddhe (pronunciate l'ultimo dittongo come un "ggie", sarà la cosa più vicina alla correttezza fonetica), ovvero lumache di terra su cui certi paesini pontificano assai. la prima sera c'è toccata proprio la relativa sagra, in quel di cannole. una cosa seria: tre palchi, spazio enorme, migliaia di persone affollate a mangiare, ballare e cantare. nella mia bocca sono finite prima quattro o cinque lumache, poi un paio di pezzetti di cavallo in umido. accettabile, se non moralmente almeno gastronomicamente, il cavallo, impossibili le lumache. e dire che le piccole dimensioni e il sughino in cui erano annegate m'avevano incoraggiato, io che amo le lumachine di mare. ma se volete un consiglio, non provate mai a mangiare uno di quegli affari. il sole mai c'ha abbandonato, e il mare se n'è rimasto limpido a farsi perlustrare dai nostri occhi blindati da maschere subbaqque, mentre i denti stringevano innaturalmente vecchi boccagli di plastica e gomma. molti pesci, laggiù, e io mi sono scoperto piccolo snorky. bellissimi gli olivi e gli oliveti, bellissimi i muretti a secco, divertente il pomeriggio passato sulla spiaggia gay di gallipoli, piacevole il concentro del maestro in una splendida masseria fortificata (pure lei, guarda caso, a cannole). prima di ciò, l'abruzzo, coi suoi monti e i suoi montani borghi. uno di questi si candida come borgopiùbellomaivistodadozzini. santo stefano di sessania. segnatevi questo nome. meno di mezz'ora da l'aquila, tredici chilometri da campo imperatore, dove a dispetto della sbiadita pagina di storia che lo rese teatro d'eccezione una sessantina d'anni fa oggi l'attrazione maggiore sono le vacche scampananti e le ricotte fumanti che i pastori tirano fuori dal loro latte. altra annotazione abruzzese: arrosticini, sorprendentemente fenomenali. io, che l'agnello non lo annuso nemmeno, posso dirlo ben forte.
ora basta.
stanco della luce malata di quest'aggeggio.
ci vediamo una di queste sere, ché per roma riparto lunedì.
bacieabbracci
(ma ho scoperto che il solito concertone della festa dell'unità di pian di massiano lo farà la bandabardò; il 6 settembre, che purtroppo è un giovedì)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

eeeh..st'estate ce dovevo andà in moto a campo imperatore. poi tra sonate a avvocati non sè fatto piu na mazza. posta se puoi qualche foto di questo borgo, che mi interessa. ma per carità, anche la tu faccia ngrugnita va bene! ciao Juanni

Anonimo ha detto...

oh vintintìn, ben trovato. posterò, allora, anche se le foto non so quanto renderanno l'idea. comunque...

Matteo Tacconi ha detto...

"Qualcuno è andato a cannole"...

De Gregori nasconde i suoi alibi e le sue ragioni. Il Foglio, 24 agosto 2007

Tacconi e Dozzini affondano il Maestro. Una storia che merita di essere raccontata per sempre.

Federico ha detto...

la foto è bellina 'l giusto e i pasticciotti sono sempre stati nei miei pensieri dall'anno della Pimpa in poi. Premesso aspetto qualche foto dal viaggio, prometto di visitare al mio ritorno S.Stefano,lo farò

Anonimo ha detto...

mancante focaia! ieri sera ho visto mezzo bochum-amburgo anche per sentirti più vicino. a proposito, trovati cimeli di mirko votava?

Anonimo ha detto...

un salto al festival di mantova?

Anonimo ha detto...

Perchè Mirko Votava? Non era meglio Uli Borowka o "kiwi" Rufer? Comunque ciao Dozzo, son quasi stufo di vincere a Milano...

Anonimo ha detto...

Eh, Fico, Votava era un'altra cosa. Comunque, via, avere già salvato la stagione. Non v'annoierete, il resto dell'anno?