venerdì 14 settembre 2007

Di Gino io mi fido un po' di più

Uno dei privilegi di continuare ad essere un collaboratore, pur distante, del Corriere dell'Umbria è avere l'opportunità, una volta ogni tanto, di intervistare gente in gamba. Attori, registi, cantanti, tipi del genere. L'altroieri, anzi martedì, m'è capitato di telefonare a Daniele Silvestri. Quattro e mezzo del pomeriggio, panchina di Villa Borghese, vento e sole tutto intorno. Io mi preparo, rileggo le domande, ripasso i gesti che mi consentiranno di non intrecciarmi mentre reggo cellulare, penna e foglietti, quando s'avvicina un omino. "Capo - mi fa -, ce deve rimané ancora molto su 'sta panchina?". "Beh - dico io -, insomma. Devo fare un'intervista. Almeno una ventina di minuti". "No, è che io e gli amici mia vorremmo fa' 'na partita a carte. E là ce sta er sole che ce batte proprio en testa", dice indicandomi un gruppetto di altri anziani al di là della piccola radura su cui s'affaccia la mia panchina. Sono in piedi, di fianco a un'altra panchina. Dietro di loro si intravede un tavolino. "Va bene - dico a questo punto -, mi sposto là, non c'è problema". "Grazie tante - mi fa lui -, ma stia attento a non prende troppo sole". Poi fa un cenno ai suoi compari - sono tre - e quelli sollevano il tavolino e lo portano all'ombra, insieme a un paio di sedie di legno. Appoggiati davanti alla mia vecchia panchina, formano una perfetta postazione da tressette. Quindi io mi vado a sedere sull'altra panchina, al sole, e chiamo. Effettivamente la conversazione con Silvestri dura una ventina di minuti. Inutile dirvi la soddisfazione, nove mesi dopo l'incontro fortuito dentro al bar del Testaccio. L'intervista, per la cronaca, è uscita il giorno dopo, mercoledì 12, sul Corriere dell'Umbria. Magari la pubblicherò anche qua. Intanto, domani c'è il concerto. E lunedì, due giorni dopo, Wu Ming. Accorrete numerosi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa sera ci vediamo in centro fisso! (poi te chiamo) Ci sarebbe anche una festicciola, ma ne parliamo dopo. Io l'alfetta non ce l'ho mai avuta, ma il padre di un amico si. Blu. Ti ricordi quando ci scambiarono per omosessuali? Anzi, a te scambiarono per tale, ed io, che ero sempre con te ed indossavo camicine a iosa, di conseguenza...
A stasera

Anonimo ha detto...

invece, leggendo il post a un certo punto ho pensato a un altro finale: che avevi rinunciato alla telefonata e ti eri messo a giocare a tresette con i vecchiettini... cmnqe a silvestri lo chiamerei anch'io. baci, vi.