lunedì 3 settembre 2007

Should I read or should I go

Joe Strummer era il cantante dei Clash. Ma la mia amica Mara, bella ed eccentrica comasca in Erasmus a Barcellona, non lo sapeva. Il caso volle che Strummer morì proprio quando noi eravamo a cazzeggiare in Catalogna. Poco prima del Natale 2002: "visto? E' morto Joe Strummer". Lei, stupita: "E come fai a conoscerlo?". Io, più di lei: "Beh, era il cantante dei Clash". Infine: "Ah. Io pensavo fosse uno di Lomazzo".
Lomazzo, per chi non lo sapesse, è un paese non lontano da Como. La povera Mara aveva confuso Strummer chissà con chi. Ma la storiella, in sé vagamente divertente, è solo la premessa di quanto ho intenzione di raccontarvi. Fate qualche passo avanti nel tempo, e arrivate a stamattina. Entrate idealmente in un treno che porta da Perugia a Roma, un treno in cui l'aria condizionata è troppo potente. Mettete che manchi una mezz'oretta all'arrivo, e che il tizio seduto sul sedile di fronte al vostro sia un nanerottolo pelato e occhialuto con in mano un libro dalla copertina nera. Il nanerottolo sta leggendo questo romanzo che si chiama "Let it be", giallo ambientato nella provincia brianzola e scritto da tale Paolo Grugni che gli ha consigliato una collega giornalista. A un certo punto, tra una canzone e un'altra dei Beatles nel libro compare anche un accenno a Joe Strummer. Il protagonista racconta di fatti avvenuti nel dicembre del 2002, proprio il periodo in cui il punk-rocker tirò le cuoia (era il 22, per la precisione). Il nanerottolo che legge ricorda subito l'episodio di Barcellona. Tanto più che le storie di ammazzamenti e cazzi vari narrate nel romanzo si svolgono proprio a due passi dal Comasco e da tutta l'ambientazione dei primi venticinque anni di vita di Mara, microcosmo in cui per lei doveva risolversi la maggior parte degli avvenimenti notevoli di interesse per l'Uomo (muore Strummer, quello di Lomazzo, e il semi-sconosciuto perugino che mi sta davanti lo viene a sapere). Insomma, il nanerottolo si imbatte in una sfumatura evocativa che per un istante lo riporta indietro di cinque anni e in là di almeno un migliaio di chilometri. Poi, tempo un paio di pagine, ecco il colpo di scena. Il protagonista del romanzo, alla ricerca di una spiegazione per tutti i morti ammazzati che lo perseguitano da anni, sale in macchina e va a trovare gli eredi della pazzoide che ha vissuto per quasi un secolo nella villa in cui ora abita lui. E dove stanno, suddetti eredi? Ma a Lomazzo, ovviamente. Nelle trecento pagine precedenti, giova ricordarlo, il paese in questione non era stato citato nemmeno per sbaglio. Tutto qua. Io lo ritengo inquietante. Entro stasera finisco il libro e vi dico se per caso questo Joe Strummer di Lomazzo c'entra qualcosa cogli omicidi di Grugni.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ma che bella storiella, quanto mi piaciono queste cose che ti fanno sembrare magica la vita, una serie di eventi concatenati e incontrollabili che ti tolgono di dosso ogni pesantezza. Ma che bellezza, non potevo non intervenire su questa storia che parla di Como (con la o chiusa) di Joe Strummer e di Barcellona...'notte

Anonimo ha detto...

eh, certo patti, non potevi non.
è la magia di accumulare cianfrusaglie di vita che fa succedere certe cose.
è qualcosa che un po' ci salva

Anonimo ha detto...

La storia e queste storie piacciono anche me, molto. Credo di essere troppo distratto nella vita per incontrarmi con qualche conidenza, ma mi accontento di leggere le tue

Anonimo ha detto...

beata distrazione focaiesca. in ogni caso, il finale del libro non ha regalato sorprese. dello strummer di lomazzo nessuna traccia