lunedì 10 settembre 2007

Partitoclastia

Cosa serve per governare? "Basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione".
Chi è questo, Beppe Grillo? No...
Guglielmo Giannini.
Qualcuno se lo ricorda?

17 commenti:

Anonimo ha detto...

eh già, che cazzata. ma chi è g.g.?

Anonimo ha detto...

ah, certo, quello dell'uomo qualunque, chissà perchè non c'ho pensato prima. beh, ho dimostrato che c'è riuscito in pieno ad essere uno qualunque... :)

però grillo è un'altra cosa, secondo me... intendo dire che ha più senso il manifestarsi di un movimento così di questi tempi, rispetto al dopoguerra. e che in quel caso il qualunquismo era una manifetsazione di umori davvero bassi. qui è una questione di moralizzazione della politica e dei partiti. mal posta, forse, ma cmq posta. no?

Anonimo ha detto...

sì, certo. io provocavo. solo che il modo - messianico - in cui grillo si pone mi sembra spaventoso. e la faccenda del v-day è solo l'ultimo passo di una lunga cavalcata dell'onda degli imperituri scontenti italici. non mi piacciono i paladini. specie se di mestiere hanno sempre fatto i saltimbanchi. la moralizzazione della politica è una necessità. ma dubito che questa sia la maniera migliore per arrivarci

Personaggio Narrante ha detto...

"Il cosa e il come
Su Beppe Grillo ho tutta una serie di riserve che riguardano il cosa e il come. Spunti per una riflessione, niente di più: Grillo è ormai un tesoro nazionale come ( fatevi da soli il paragone: è la "democrazia dal basso" ) e a caval donato non si guarda in bocca. Certo non mi auguro che finisca come Benigni, a declamare Dante in braccio a Mastella. ( Il Benigni di vent'anni fa si sarebbe fatto prendere in braccio da Mastella solo per pisciargli addosso. E una volta l'ha fatto! Bei tempi. )

AVVERTENZA AI FIGLI DI BUONA DONNA
I figli di buona donna che allignano nei bassifondi della repubblica mediatica saranno tentati di strumentalizzare questo post ( " LUTTAZZI CONTRO GRILLO " ) per dare addosso in modo becero a Beppe, come hanno già fatto inventandosi l'insulto a Marco Biagi durante il V-day. L'alternativa è che me ne stia zitto per evitare l'ennesimo circo: ma dovete ammettere che il tema è troppo interessante; e tacere sarebbe, in fondo, come subire il ricatto dei figli di buona donna. Ho aspettato tre giorni, così almeno ho evitato il rendez-vous immediato. ( L'informazione all'italiana prevede infatti: giorno uno, la notizia; giorno due, la polemica; giorno tre, i commenti sulla polemica; giorno quattro: parlare d'altro. E invece eccomi qua. ) Se questa precauzione non dovesse bastare, vorrà dire che chi ne approfitterà finirà dritto dritto in uno speciale elenco dei bastardi che mi stanno sulle palle. ( Sul quaderno apposito ho già scritto " volume uno ". )

IL COSA
In soldoni, la proposta di legge per cui Grillo ha raccolto 300mila firme mi sembra che faccia acqua da tutte le parti.

Primo, perchè un parlamentare con più di due legislature è una persona la cui esperienza può fare del bene al Paese. Pensiamo a gente del calibro di Berlinguer o di Pertini ( talenti che non ci sono più, ma questo è un problema che non risolvi con una legge, ci vorrebbe il voodoo ). Grillo li manderebbe a casa dopo due legislature, in automatico. Perchè "i politici sono nostri dipendenti." Le accuse di populismo che gli vengono rivolte sono qui fondatissime, specie quando le rigetta usando non argomenti che entrino nel merito, ma lo sfottò, che è sempre reazionario. ( "Gli intellettuali con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra hanno evocato il qualunquismo, il populismo, la demagogia, uno con la barba ha anche citato, lui può farlo, Aristofane, per spiegare il V-day. " Non è "uno con la barba": è il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, filosofo, che ha espresso civilmente il suo parere contrario, argomentando. )

Due, perchè chi è condannato in primo e secondo grado non lo è ancora in modo definitivo. In Italia i gradi di giudizio sono tre. Il problema da risolvere è la lentezza della giustizia. I magistrati devono avere più mezzi, tutto qui. ( "Tutto qui" è ovviamente l'understatement del secolo. )

C, perchè poter esprimere la preferenza per il candidato ha dei pro e dei contro che si bilanciano ( come capita nel modo attuale ). In passato, ad esempio, poter esprimere la preferenza non ha impedito ai partiti di far eleggere chi volevano ( collegi preferenziali eccetera ) . Nè ha impedito alla gente di scegliere, col voto di preferenza, degli autentici filibustieri.

L'illusione alimentata da Grillo è che una legge possa risolvere la pochezza umana. Questa è demagogia.

Ma non è solo il cosa. E' soprattutto IL COME. Un esempio: dato che Di Pietro ha aderito alla sua iniziativa, Grillo ha detto:-Di Pietro è uno per bene.- Brrrr. Quindi chi non la pensa come Grillo non lo è? Populismo.

L'anno scorso, a Padova, gli "amici di Grillo" avevano riempito il palazzetto dove avrei fatto il mio monologo con volantini WANTED che mostravano la foto dei politici condannati. Li ho fatti togliere spiegandone la demagogia: gli amici di Grillo puri e buoni contro i nemici cattivi. Quando arriva Django?

Lenny Bruce sosteneva, a ragione, che chi fa satira non è migliore dei suoi bersagli. Se parli alla pancia, certo che riempi le piazze, ma non è "democrazia dal basso": al massimo è flash-mobbing.

AMBIGUITA'
Grillo si guarda bene dallo sciogliere la sua ambiguità di fondo: che non è quella di fare politica ( satira e teatro sono politici da sempre, anche se oggi c'è bisogno di scomodare Luciano Canfora per ricordarcelo ) ( -Canforaaaaa!- ), ma quella di ergersi a leader di un movimento politico volendo continuare a fare satira. E' un passo che Dario Fo non ha mai fatto. La satira è contro il potere. Contro ogni potere, anche quello della satira. La logica del potere è il numero. Uno smette di fare satira quando si fa forte del numero di chi lo segue. Grillo il problema manco se lo pone. ( La demagogia è naif. Lo sa bene Bossi, che ieri gli ha pure dato dell'esagerato: perchè una cosa sono i fucili, una cosa ben diversa è il vaffanculo. )

Scegli, Beppe! Magari nascesse ufficialmente il tuo partito! I tuoi spettacoli diventerebbero a tutti gli effetti dei comizi politici e nessuno dei tuoi fan dovrebbe più pagare il biglietto d'ingresso. Oooops!

- I partiti sono il cancro della democrazia.- dice Grillo, servendosi di una cavolata demagogica che era già classica all'epoca di Guglielmo Giannini. Come quell'altra, secondo cui " in Italia nulla è cambiato dall'8 settembre del 1943 ". Ma va' là!

Adesso Grillo esalta la democrazia di internet con la stessa foga con cui dieci anni fa sul palco spaccava un computer con una mazza per opporsi alla nuova schiavitù moderna inventata da Gates. La gente applaudiva estasiata allora, così come applaude estasiata ora. Si applaude l'enfasi.

Il marketing di Grillo ha successo perchè individua un bisogno profondo: quello dell'agire collettivo. Senza la dimensione collettiva, negata oggi dallo Stato e dal mercato, l'individuo resta indifeso, perde i suoi diritti, non può più essere rappresentato, viene manipolato. E' questo il grido disperato che nessuno ascolta. La soluzione ai problemi sociali, economici e culturali del nostro Paese può essere solo collettiva. A quel punto diventerebbe semplice, anche per Grillo, dire:- Non sono il vostro leader. Pensate col vostro cervello. Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo.-

POST-SCRIPTUM ( 12/9 )

Oggi su Repubblica c'è un refuso simpatico a pag.27:
" (...) il rinvio evita la reazione della piazza, dei fans del V-day di Brillo (...) "

http://danieleluttazzi.it/

Sempre lucido e centrato Luttazzi. L'unico vero nome sul quale è caduta la damnatio memoriae fin dalla messa all'indice (sospetto da sempre che Berlusconi non si fosse dimenticato il cognome di Daniele, ma che non volesse nemmeno pronunciarlo)

Anonimo ha detto...

incontestabile. grazie per il contributo, pamper

Anonimo ha detto...

luttazzi ha ragione, ma invece di fissarsi su grillo, perchè non si preoccupa di quelli (tanti) che lo seguono? facile criticare, intanto la realtà è che c'è gente che scende in piazza per dire "vaffanculo" ! anche io ho un moto di repulsione per manifetsazioni del genere, ma qui non stiamo parlando di gente becera e sottosviluppata, ma di persone spesso giovani, informate e, per questo, indignate. Vogliamo fissarci sul dito invece di vedere cosa indica? che forse qualcosa non va nei partiti? perchè c'è gente che invece di iscriversi a un partito, far politica etc preferisce ascolatre grillo? è sconcertante, secondo me. che poi a me grillo mi sta un po' antipatico a dirla tutta

per dire, voi - io, che son la patti- perchè non fate politica? rispondete, sn curiosa di veder le risposte. Chi è che fa politica nel nostro paese? chi?

cmq, per valutare lo stato di degrado della democrazia in Italia basta osservare che Grillo e Luttazzi sono due comici. Gim bene

Anonimo ha detto...

ve lo dico io chi fa politica...Nilo Arcudi, fa politica. mamma mia

Matteo Tacconi ha detto...

anarchia e individualismo. deteme retta.

Personaggio Narrante ha detto...

patri cocca e tu perché non fai politica (cosa di cui peraltro ti son grato personalmente!)?

Che indicherebbe il dito di grillo? che c'è gente pronta a entusiasmarsi e a indignarsi solo su, per quanto gravi, questioni istituzionali e tutto sommato di conto relativo... a me le panacee indicate da grillo (ma lui è solo un "buon" ultimo) sembrano soltanto il tentativo, lodevole in certi casi, ambiguo in altri, di svuotare il mare col cucchiaino.

E credimi, non sto alzando snobisticamente il soprqacciglio. E' che queste questioni, quelle poste da grillo nel contenuto delle sue tre iniziative di legge popolare, le pratico da due decenni e ciclicamente le vedo eruttare per poi tornare in letargo... guarda caso sempre nei momenti di maggior crisi della politica.

Non mi entusiasmano, non le trovo risolutive né tantomeno chiaramente utili.

Per esempio, senza voler dire delle due legislature, periodicamente ritorna in auge il discorso di ridurre i parlamentari, come grande conquista della efficienza democratica. Io non sono d'accordo.
Il numero dei parlamentari è così alto in Italia perché serve a garantire, in accordo con l'architettura costituzionale (che questi pagliacci stanno cercando di stuprare da 15 anni) alta rappresantività da una parte e difficile la pratica del lobbismo.
Negli Stati Uniti i politologi e gli studiosi più accorti (e non prezzolati a qualche interesse di lobby come quelli che passano nei media lì come da noi)stanno dibattendo da anni sull'ipotesi di aumentare i parlamentari, pensando che ciò contribuirebbe a ridurre il potere di pressione (e spesso di compravendita) delle lobbies:
Dovendo controllare un numero molto maggiore di teste, la pratica da mercato delle vacche attualmente in vigore diventerebbe probabilmente impraticabile e certo più antieconomica.

Inoltre un numero maggiore di teste equivale a una maggiore indipendenza, e dalle coalizioni e dai partiti stessi (con la metà dei parlamentari di ora voci critiche, per quanto opinabili, come Rossi e Turigliatto non sarebbero emerse) e una più alta rappresentatività dei pensieri che concorrono al tessuto sociale politico e culturale italiano.

Mi sembra che quelli raccolti in piazza da Grillo, al di là delle intenzioni, si cementino e cementino la loro insoddisfazione non in virtù di un discorso maggiormente partecipativo e inerente una democrazia più diretta di quella di ora, ma in funzione di delega.

D'altronde non è grillo che dice che i parlamentari sono nostri dipendenti?
Come a dire che la delega dei propri diritti di partecipazione è IMPLICITA.

In questi giorni poi la FIOM dopo 49 anni si smarca (all'80%) dal suo sindacato confederale, per questioni che secondo me dovrebbero scaldare il cuore e infiammare gli animi molto più delle stronzate à la Sartori di un miracolato dalla tv, visto che vertono sul nostro futuro.

Stiamo tanto a parlare e a lamentarci di precarietà e di mancanza di speranza per il futuro e poi accettiamo e spesso per simpatia di parte difendiamo spendendo energie intellettuali preziose leggi dettate dagli interessi economici forti del capitale contro i nostri di interessi, che a ben vedere sono pochi e dovrebbero essere chiari. Mi riferisco ai patti del 93 e a quelli di luglio, per dine due clamorose,all'asservimento dei cosidetti partiti di sinistra agli interessi del capitalismo straccione di questo paese e di quello meno straccione europeo.

E via, tutti a invocare la concertazione, la pace sociale, mentre il pane è aumentato di 750 volte in dieci anni a fronte di una sostanziale invarianza del costo della materia prima, mentre si fanno onori e riverenze a gente dal gran genio artistico ma che ha patteggiato un'evasione da 125 milioni MILIONI di euro, pagandone 50, e risparmiandone 75 quindi. Con 75 milioni di euro quanti asili nido si potevano fare?
Magari liberando più posti a graduatorie che vedono competere i poveri tra di loro innestando perlatro anche questioni di razza storicamente estranee alla nostra cultura nelle rimostranze della famiglia di impiegati o dipendenti che si vede fuori dall'asilo perché scavalcata dall'immigrato magrebino africano o esteuropeo con 5 figli e stipendio unico.

Io sta gente indicata dal grassoccio dito di Grillo non la vedo riempire le piazze quando si lotta su questi temi.

I temi sociali, economici squisitamente, sono il grande rimosso di generazioni di militanti generosi e in buona fede di quella sinistra che ancora non si è ripresa, per quanto si atteggi a moderna e liberal dalla scomparsa dei grandi partiti politici e dai grandi temi.

Portiamo due, tre milioni di persone in piazza èper la pace solo perché è un tema talmente generico che ognuno ci può stare senza entrare in contraddizione. Oppure lasciamo che i sindacati guidino scioperi (sacrosanti) solo in sospetti momenti, mentre in altri accettino supinamente qualsiasi tipo di accordo simile.


Non voglio rubare più spazio e tempo al blog, se avremo occasione e voglia ne parleremo a voce

Personaggio Narrante ha detto...

patri cocca e tu perché non fai politica (cosa di cui peraltro ti son grato personalmente!)?

Che indicherebbe il dito di grillo? che c'è gente pronta a entusiasmarsi e a indignarsi solo su, per quanto gravi, questioni istituzionali e tutto sommato di conto relativo... a me le panacee indicate da grillo (ma lui è solo un "buon" ultimo) sembrano soltanto il tentativo, lodevole in certi casi, ambiguo in altri, di svuotare il mare col cucchiaino.

E credimi, non sto alzando snobisticamente il soprqacciglio. E' che queste questioni, quelle poste da grillo nel contenuto delle sue tre iniziative di legge popolare, le pratico da due decenni e ciclicamente le vedo eruttare per poi tornare in letargo... guarda caso sempre nei momenti di maggior crisi della politica.

Non mi entusiasmano, non le trovo risolutive né tantomeno chiaramente utili.

Per esempio, senza voler dire delle due legislature, periodicamente ritorna in auge il discorso di ridurre i parlamentari, come grande conquista della efficienza democratica. Io non sono d'accordo.
Il numero dei parlamentari è così alto in Italia perché serve a garantire, in accordo con l'architettura costituzionale (che questi pagliacci stanno cercando di stuprare da 15 anni) alta rappresantività da una parte e difficile la pratica del lobbismo.
Negli Stati Uniti i politologi e gli studiosi più accorti (e non prezzolati a qualche interesse di lobby come quelli che passano nei media lì come da noi)stanno dibattendo da anni sull'ipotesi di aumentare i parlamentari, pensando che ciò contribuirebbe a ridurre il potere di pressione (e spesso di compravendita) delle lobbies:
Dovendo controllare un numero molto maggiore di teste, la pratica da mercato delle vacche attualmente in vigore diventerebbe probabilmente impraticabile e certo più antieconomica.

Inoltre un numero maggiore di teste equivale a una maggiore indipendenza, e dalle coalizioni e dai partiti stessi (con la metà dei parlamentari di ora voci critiche, per quanto opinabili, come Rossi e Turigliatto non sarebbero emerse) e una più alta rappresentatività dei pensieri che concorrono al tessuto sociale politico e culturale italiano.

Mi sembra che quelli raccolti in piazza da Grillo, al di là delle intenzioni, si cementino e cementino la loro insoddisfazione non in virtù di un discorso maggiormente partecipativo e inerente una democrazia più diretta di quella di ora, ma in funzione di delega.

D'altronde non è grillo che dice che i parlamentari sono nostri dipendenti?
Come a dire che la delega dei propri diritti di partecipazione è IMPLICITA.

In questi giorni poi la FIOM dopo 49 anni si smarca (all'80%) dal suo sindacato confederale, per questioni che secondo me dovrebbero scaldare il cuore e infiammare gli animi molto più delle stronzate à la Sartori di un miracolato dalla tv, visto che vertono sul nostro futuro.

Stiamo tanto a parlare e a lamentarci di precarietà e di mancanza di speranza per il futuro e poi accettiamo e spesso per simpatia di parte difendiamo spendendo energie intellettuali preziose leggi dettate dagli interessi economici forti del capitale contro i nostri di interessi, che a ben vedere sono pochi e dovrebbero essere chiari. Mi riferisco ai patti del 93 e a quelli di luglio, per dine due clamorose,all'asservimento dei cosidetti partiti di sinistra agli interessi del capitalismo straccione di questo paese e di quello meno straccione europeo.

E via, tutti a invocare la concertazione, la pace sociale, mentre il pane è aumentato di 750 volte in dieci anni a fronte di una sostanziale invarianza del costo della materia prima, mentre si fanno onori e riverenze a gente dal gran genio artistico ma che ha patteggiato un'evasione da 125 milioni MILIONI di euro, pagandone 50, e risparmiandone 75 quindi. Con 75 milioni di euro quanti asili nido si potevano fare?
Magari liberando più posti a graduatorie che vedono competere i poveri tra di loro innestando perlatro anche questioni di razza storicamente estranee alla nostra cultura nelle rimostranze della famiglia di impiegati o dipendenti che si vede fuori dall'asilo perché scavalcata dall'immigrato magrebino africano o esteuropeo con 5 figli e stipendio unico.

Io sta gente indicata dal grassoccio dito di Grillo non la vedo riempire le piazze quando si lotta su questi temi.

I temi sociali, economici squisitamente, sono il grande rimosso di generazioni di militanti generosi e in buona fede di quella sinistra che ancora non si è ripresa, per quanto si atteggi a moderna e liberal dalla scomparsa dei grandi partiti politici e dai grandi temi.

Portiamo due, tre milioni di persone in piazza èper la pace solo perché è un tema talmente generico che ognuno ci può stare senza entrare in contraddizione. Oppure lasciamo che i sindacati guidino scioperi (sacrosanti) solo in sospetti momenti, mentre in altri accettino supinamente qualsiasi tipo di accordo simile.


Non voglio rubare più spazio e tempo al blog, se avremo occasione e voglia ne parleremo a voce

Anonimo ha detto...

beh, pampa, dici per lo più bene. certo, le questioni economiche e legate al lavoro sono più complicate e ostiche da digerire. per la massa, intendo, ma non solo per la massa. scaldano più il cuore gli spicci che si pagano in più per comprare il pane che le logiche distorte che stanno dietro al mercato del lavoro. per quanto mi riguarda devo decidere se virare a sinistra o radicalmente a destra. e se a trent'anni scoprissi di essere un conservatore non indifferente al fascino della reazione?

Anonimo ha detto...

Il punto non è pensare, ma essere.

Se sei in una classe devi esserne consapevole. I tuoi interessi, il tuo modo di pensare di conseguenza, sono tutti lì. E non è vero che la questione è complicata per le masse. Perché sono i loro interessi. e tutti anno vedere i loro interessi

Anonimo ha detto...

non lo so. le masse, di solito, non riescono a distinguere. e poi io sono convinto che essere in una classe non ha nessun significato, dal punto di vista dell'appartenenza. parlo di idee, di morale e di politica. appartenere per interesse (sono di sinistra perché proletario) mi sembra per nulla nobile. appartenere per scelta, lo è.

Anonimo ha detto...

guarda, partiamo da due presupposti diversi, inconciliabili. per te le istituzioni hanno poca importanza,e non solo: per te hanno poca importanza le persone. Purtroppo questa è la democrazia, e non si può sempre incazzarsi ogni volta che si esprime in maniera più forte. . Se ci sono persone scontente del funzionamento dei partiti ( e credevo che qu questo fossimo d'accordo tutti, che i partiti non funzionano da trasmissione fra società civile e istituzuini) non vedo perchè ignorarle. tutto qua. per me i partiti sono importanti, l'unica cosa che potrebbe far funzionare una democrazia e non trasformarla in tecnocrazia: mi rallegro che qualcuno abbia alzato la voce. Non mi sembra davvero così scandaloso. Non trovo irritante tutto ciò, come mi pare di capire trovi tu. Cosa dobbiamo fare se la gente non va in piazza per quello che dovrebbe contare? lo sappiamo tutti, sono masse. ma cosa dobbiamo fare? irritarci tutte le volte che la massa si mette a parlare? soprattutto anche quando, in fondo, non dice cose così sbagliate? non capisco, davvero. non mi sembra un problema cosi poco importante, quello dei parlamentari e dei partiti. non mi sembra una cosa cosi negativa. Non capisco quale sia il problema. e trovo la tua reazione davvero esagerata e ingiustificata. E non capisco cosa c'entri la classe con questa cosa.

E sono d'accordo con giovanni: io non sono di sinistra perchè sono proletaria. Per me le idee contano, molto più della pancia. Il marxismo ha fallito proprio per questo. Soprattutto perchè c'è un sacco di gente proletaria che non vota sinistra, che non gliene fotte un cazzo della tutela dei suoi interessi di classe, ma che vuole solo benessere individuale. BENESSERE. questo lo vedi? mio cugino è un operaio, ed è leghista ( e se mi obietti che è perchè non ha coscienza allora dai ragione a me, che la sovrastruttura, le idee, e chi le manipola - le istituzuii, i mass media, la cultura - hanno importanza!! tipico dei marxisti). Secondo me voi umbri c'avete una visione distorta del proletariato, troppo abituati allo strapotere della vostra casta rossa

e mi sa che c'ha ragione trippa, anarchia e individualismo

Anonimo ha detto...

Secondo me tu di quel che ho detto io c'hai capito poco. Probabilmente mi sono spiegato male io.

comunque non vado ulteriormente oltre e lascio qui il discorso su un'idealismo da echi preottocenteschi.

Ma vi ricordo che le circostanze fanno l'uomo non meno di quanto l'uomo faccia le circostanze.

Anonimo ha detto...

io dico che la soluzione a tutto ciò è solo una: la paranza. a stasera in centro, o a domani per la terapia sul campo

Anonimo ha detto...

Giusto: la paranza. W il fritto di pesce di paranza!